La caccia per i bresciani è soddisfazione a metà
Il 18 Settembre una data segnata sul calendario dagli oltre 20mila cacciatori che quest’anno prende l’avvio non senza qualche polemica a causa di un ricorso accolto da Tar che modifica il calendario proposto dalla Regione. Il Tar ha infatti sospeso l’apertura della caccia – dopo un ricorso della Lac – ad acquatici, tordo bottaccio, beccaccino e beccaccia. Per queste specie la loro caccia è posticipata a ottobre.
La decisione
Da oggi quindi – spiegano le associazioni venatorie – si potrà cacciare la fauna stanziale e fino al 30 settembre il cacciatore potrà uscire solo per tre giorni fissi: il mercoledì, il sabato e la domenica con chiusura dell’attività alle ore 12. Dopo le ore 12 la caccia sarà consentita alla sola migratoria con appostamento fisso e temporaneo, ma ad ora le uniche specie consentite sono il merlo e il colombaccio. Resta la delusione per gli oltre 7mila capannisti bresciani, per i quali la caccia da appostamento fisso è consentita (per tre giorni settimanali a scelta) al solo merlo.
Ovviamente l’attesa è per il transito dei tordi, la cui migrazione tuttavia è fortemente condizionata da diversi fattori, tra i quali il caldo e la luna nuova. Nonostante il divieto espresso dal Tar, si presuppone comunque che la prima migrazione dei tordi sarebbe avvenuta quanto meno la settimana prossima, distante quindi dalla data di domenica dell’agognata apertura.
Dopo la sentenza del Tar la caccia da appostamento temporaneo resta consentita da domenica fino a venerdì 30 settembre esclusivamente nelle giornate di mercoledì, sabato e domenica, anche dopo le ore 12. Rimandata invece a dopo l’1 ottobre – come detto – la caccia agli acquatici, all’allodola, al tordo sassello e bottaccio, alla beccaccia, al beccaccino, al frullino, alla cesena e alla quaglia.
Le disposizioni
Ne deriva che se un cacciatore decide di andare a caccia da appostamento può cacciare solo i merli e i colombacci e non può assolutamente esporre i richiami dei tordi bottacci. Del resto si possono esporre solamente i richiami degli uccelli di cui è consentito il prelievo, mentre di conseguenza i richiami del tordo bottaccio si possono esporre solamente se si è privi di fucile nell’appostamento fisso.
E i controlli sono annunciati. Inutile dire che la scelta del giudice amministrativo ha colto il disappunto di molti cacciatori: «Il Tar tiene conto delle indicazioni di Ispra ma a sua volta l’istituto non contempla solo i dati scientifici ma le sue decisioni spesso hanno matrice ideologica», è la contestazione che più spesso si sente sollevare dagli appassionati.
E ancora: «La cosa più incredibile è che il Tar abbia sospeso un atto non impugnato (il calendario integrativo), sostenendo che la Regione non abbia motivato l’apertura al 18, dopo che aveva speso 20 pagine di motivazione solo su questo punto». Che parla di «apertura azzoppata» è il consigliere regionale Gianantonio Girelli: «La giunta lombarda si mostra inadeguata. Non si spiega come mai regioni vicine alla Lombardia, come Emilia-Romagna, Veneto e Toscana, aprano regolarmente la caccia alle stesse specie e la Lombardia no».