Il primo fucile da caccia
Una guida chiara e semplice per aiutare il neo cacciatore nella scelta del suo primo fucile a canna liscia. Tra semiautomatici e basculanti, fucili nuovi e usati, piccoli e grandi calibri, cerchiamo di fare chiarezza e di individuare i criteri principali per una scelta vincente
Di Marco Caimi – Una delle prime decisioni che un neo cacciatore deve affrontare riguarda la scelta del primo fucile da caccia a canna liscia. Il mercato offre decine e decine di possibilità, per tutti i gusti e per tutte le tasche, con caratteristiche specificamente pensate per un determinato tipo di caccia o con un’impostazione più generalista, diciamo “tutta caccia”. Orientarsi tra i numerosi fucili visti in armeria, i consigli degli amici e le caratteristiche tecniche dei prodotti può essere piuttosto complicato, soprattutto per chi, è proprio il caso di dirlo, è alle prime armi. Per questo abbiamo pensato a una guida semplice e il più possibile precisa, per aiutare il neofita in una scelta decisamente fondamentale.
Semiauto, sovrapposto o doppietta?
Questo è sicuramente il primo interrogativo che si pone un neo cacciatore e dare una risposta univoca è impossibile. Tolte alcune forme di caccia, che richiedono espressamente un tipo particolare di fucile, per il resto si tratta per lo più di gusto personale. Il semiautomatico presenta il vantaggio di un terzo colpo, che, soprattutto per chi è ancora inesperto, può anche rivelarsi importante. Inoltre, essendo dotato di una sola canna, a parità di dimensioni è generalmente più leggero rispetto a un basculante. La scelta, per quanto riguarda i semiautomatici, è tra quelli a funzionamento inerziale e quelli a recupero di gas. Questi ultimi presentano in genere un rinculo più contenuto e garantiscono un perfetto funzionamento anche con le munizioni più leggere, mentre, di contro, hanno un maggior numero di componenti e richiedono un po’ più di cura nella manutenzione. Gli inerziali, al contrario, hanno uno schema di funzionamento più semplice e richiedono una manutenzione davvero minima, ma non garantiscono sempre un perfetto funzionamento con le cariche più leggere, a causa dell’energia cinetica insufficiente a provvedere al riarmo.
Sovrapposti e doppiette offrono il vantaggio di poter scegliere un grado di strozzatura differente per le due canne, aumentando la versatilità dell’arma. Sia nel caso di armi dotate di scatto bigrillo, sia in caso di monogrillo selettivo, è possibile scegliere con quale canna sparare per prima, scegliendo, per esempio, di sparare subito con la canna più strozzata in caso di selvatico particolarmente distante. Il sovrapposto risulta, in genere, più adatto per i tiri mirati, grazie alle due canne poste sullo stesso asse della linea di mira. La doppietta, scelta insostituibile per i più tradizionalisti, presenta invece la linea di mira tra le due canne, che sono convergenti. Il piano delle canne è più ampio e favorisce una rapida acquisizione del selvatico nel tiro di stoccata, penalizzando leggermente nel tiro mirato.
Nuovo o usato?
Che si decida di acquistare un fucile nuovo o uno usato, l’importante sarebbe sempre affidarsi a un’armeria qualificata. In armeria si ha la possibilità di toccare con mano e imbracciare più fucili, valutando meglio quale è più adatta rispetto alla propria corporatura. In più, l’armiere saprà certamente consigliare il neofita nella scelta del fucile più adatto alle singole esigenze e, non meno importante, fornirà una garanzia sull’arma venduta, anche in caso di fucile usato. L’acquisto di un fucile da un privato, invece, non è consigliabile per un neofita: i siti di compravendita tra privati sono pieni di armi “usate soltanto una volta” o che hanno “sparato non più di cinquanta cartucce”, tuttavia per valutare le reali condizioni di un fucile occorre un occhio esperto, di cui difficilmente è dotato un neofita.
In ogni caso, nuovo o usato che sia, ci sentiamo di consigliare l’acquisto di un fucile di fabbricazione moderna, con caratteristiche che lo rendono sicuramente più adatto per un utilizzo sui terreni di caccia. Nonostante le teorie diffuse tra gli appassionati secondo cui le “armi di una volta” sarebbero costruite meglio e più resistenti, alla prova dei fatti queste idee si rivelano spesso infondate. Il progresso delle tecniche costruttive e della qualità dei materiali consente oggi di produrre armi con livelli di qualità che un tempo erano appannaggio solamente dei fucili più costosi e blasonati. Gli acciai moderni, checché ne dicano i sedicenti esperti, presentano proprietà fisiche superiori a quelli del passato, le canne sono costruite per resistere alle pressioni delle cartucce attuali e le armi presentano caratteristiche, come le camerature magnum o la possibilità di sparare pallini in acciaio, che ne estendono notevolmente le possibilità di utilizzo.
Quale calibro?
Si presuppone che un cacciatore alla sua prima licenza non abbia grande esperienza nell’utilizzo del fucile, quindi sarebbe meglio evitare di complicarsi inutilmente la vita con i piccoli calibri. In più è probabile che il fucile che acquisterà sarà utilizzato per diversi tipi di caccia, almeno fino a quando il neofita non avrà trovato quella che più lo appassiona, meglio dunque optare per un calibro maggiore, decisamente più versatile. Personalmente consiglierei il classico calibro 12, che “perdona” di più qualche imprecisione nel tiro e può contare su un’offerta di cartucce praticamente sconfinata. Per chi ha una corporatura più esile e per le cacciatrici è possibile optare per un calibro 20, più leggero e caratterizzato da un rinculo inferiore, ma non troppo penalizzante nel tiro. Un 28 o, peggio, un .410 rischiano di essere una sfida eccessiva per un principiante e possono condurre a scottanti delusioni. Meglio, quindi, non andare in cerca di problemi e “accontentarsi”, almeno all’inizio, di un tradizionale 12 o 20.
Quali dotazioni?
Come abbiamo già detto, è importante scegliere un fucile moderno, dotato di tutte le caratteristiche per essere il più possibile versatile. Gli strozzatori intercambiabili, per esempio, consentono di scegliere il grado di strozzatura della canna a proprio piacimento, adattando l’arma alle proprie abitudini di tiro e alla caccia preferita.
In questo modo è possibile praticare più forme di caccia semplicemente variando le strozzature e provare diverse combinazioni fino a quando non si sarà trovata quella perfetta per le proprie esigenze. La cameratura magnum delle canne può rivelarsi utile anche per chi non prevede di utilizzare spesso cartucce dalla grammatura elevata. Un fucile con camera di scoppio lunga 76 millimetri funziona perfettamente con tutte le cartucce standard da 70 millimetri, ma, all’occorrenza, consente anche di usare cariche maggiori, che possono essere utili per forme di caccia particolari. Lo stesso vale per la prova steel-shot per pallini in acciaio, soprattutto in vista di possibili restrizioni future sull’utilizzo del piombo a caccia.
Quale forma di caccia?
Tra i criteri più importanti per la scelta del fucile c’è sicuramente la principale destinazione d’uso, vale a dire la forma di caccia che si ha intenzione di praticare in prevalenza. Se si ha intenzione di dedicare la maggior parte delle uscite alla caccia vagante con il cane da ferma, per esempio, sarebbe poco sensato optare per un semiautomatico con cameratura supermagnum pesante più di 3.500 grammi. Le forme di caccia sono molte e ci sono prodotti dedicati praticamente per ogni specialità, tuttavia, per semplificare, si può ridurre il tutto a tre macro aree: la caccia in forma vagante, quella d’appostamento e, infine, quella agli acquatici.
La caccia in forma vagante, in genere con l’ausilio dei cani da ferma o da cerca, comporta lunghe camminate alla ricerca del selvatico e, soprattutto in collina o in montagna, richiede una buona preparazione fisica da parte del cacciatore. Nella scelta di un fucile per questa forma di caccia, quindi, un aspetto da tenere in attenta considerazione è il peso complessivo dell’arma, che dovrà essere il più contenuto possibile. Indicativamente, per un fucile in calibro 12, il peso non dovrebbe essere superiore ai 3.000 grammi e questo è possibile grazie a particolari accorgimenti come, per esempio, l’utilizzo di componenti in lega leggera. La caccia con il cane comporta tiri a distanze piuttosto contenute, tra i 15 e i 30 metri, quindi canne eccessivamente lunghe possono risultare superflue, se non controproducenti. La lunghezza ideale per le canne va dai 610 millimetri (soprattutto per chi ha intenzione di cacciare molto in aree boscate) ai 660 millimetri, con strozzature ****/*** per la prima canna e **/* per la seconda.
Per la caccia d’appostamento alla piccola migratoria o al colombaccio i fucili super leggeri non sono molto adatti, anzi, un fucile più pesante potrebbe risultare più vantaggioso e controllabile nel tiro mirato. Sarà opportuno optare per canne di lunghezza maggiore, 660, 710 o anche 760 millimetri per i tiri più lunghi, con strozzature comprese tra il *** Modified e * Full.
Per la caccia agli acquatici, infine, la scelta di un semiautomatico è quasi obbligata, meglio se con cameratura magnum o supermagnum e, perché no, anche con livrea camouflage, utile per aumentare il mimetismo ed evitare i riflessi. Per le canne valgono le stesse regole dei fucili da appostamento, ma sarà fondamentale anche la prova steel-shot che garantisce la possibilità di sparare cartucce caricate con pallini in acciaio o in altro metallo alternativo al piombo, obbligatorie in quasi tutte le zone umide. Tale possibilità è garantita dalla presenza del punzone del giglio, apposto sulla canna dal Banco nazionale di prova di Gardone Valtrompia (Bs).
Per chi non ha ancora le idee chiare, però, la scelta migliore resta un fucile “tutta caccia” con canna di lunghezza intermedia, tra i 660 e i 710 millimetri e strozzatori intercambiabili, che consentirà al cacciatore di provare diverse forme di caccia per scegliere quella che fa per lui. Come sempre un ruolo importante sarà giocato anche dal budget a disposizione: i semiautomatici in genere sono più economici, i sovrapposti leggermente più costosi, mentre per aggiudicarsi una doppietta di buona fattura occorre spendere una cifra decisamente superiore.