Allarme cinghiali: con l’uomo in quarantena, si riprendono l’ambiente
Strade vuote, poche macchine, un silenzio surreale e con le città in lockdown sembra proprio la natura voglia riprendersi. Mentre noi ci siamo ritirati nelle nostre case per contenere la pandemia del nuovo coronavirus, a invadere gli spazi urbani e rurali arrivano animali selvatici. Dalle oche ai cervi, fino alle balene nello Stretto di Messina.
Sono innumerevoli i bizzarri avvistamenti di animali a spasso per le città e le campagne durante queste giornate di quarantena. Il fenomeno è stato osservato ovunque. Tuttavia la massiccia presenza di cinghiali in giro anche sulle strade urbane preoccupano gli agricoltori, e non solo, per le semine di grano che rischiano di essere compromesse dove le invasioni continue e ripetute, in pratica ogni giorno.
L’allarme cinghiali, si estende ad ampio raggio a una serie di colture: dai vigneti alle ortive, fino alla situazione allarmante dei prati stabili, con un bollettino di guerra che si rincorre dalla pianura alle aree montane.
Incoraggiati dalla scarsa presenza umana e dal traffico pressochè assente, sospesi i servizi di contenimento sul territorio nazionale e i selezionatori, chiusi gli ambiti territoriali di caccia e la polizia provinciale impegnata nei controlli stradali per la quarantena, intere mandrie con centinaia di soggetti raggiungono perfino i centri urbani Così non si può più continuare, è una questione non solo economica ma di sicurezza e ordine pubblico.
E il Coronavirus non può e non deve essere una scusa per giustificare l’escalation di un problema. Ora occorre prendere in mano al più presto il problema e dare risposte urgenti e concrete all’agricoltura e ai cittadini.