Liguria: la grande caccia dopo lo stop per la peste la Regione “raddoppia” la quota fino a 35mila capi
La crescita del contingente cacciabile nelle aree senza restrizioni risponde alle indicazioni dei ministeri di Salute e Politiche agricole per il contenimento del virus
Genova. 35.451 sono i cinghiali che, nella prossima stagione, nelle zone liguri non soggette alle restrizioni per la peste suina, potranno essere uccisi dai cacciatori: ovvero l’80% in più di quanto fatto nell’ultimo anno. Lo stabilisce il Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale (Priu), approvato dalla giunta della Regione Liguria e inviato all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e al Centro di referenza nazionale pesti suine (Cerep) per i pareri di competenza. La notizia è riportata dall’Agenzia Dire che ha potuto visionare il documento normativo.
Fissate anche le date per la nuova stagione venatoria, che in forma collettiva si svolgerà dal 2 ottobre al primo gennaio. Il documento è “indirizzato essenzialmente al depopolamento delle aree indenni della Liguria attraverso azioni sia di caccia, sia di controllo faunistico“, ma è previsto che “svolga anche, limitatamente alle azioni di controllo faunistico, il ruolo di piano di abbattimento nei casi di effettiva emergenza che si verificassero, nelle aree urbane o nelle aree coltivate, all’interno delle zone soggette a restrizioni” per la peste suina, siano esse “infette” o cosiddette di “cuscinetto”, in attesa che la Commissione europea si esprima sul piano di eradicazione presentato dal ministero. A copertura di tutte le misure previste dal piano sono previsti oltre 3,3 milioni di risorse statali.
La crescita del contingente cacciabile risponde a precise indicazioni dei ministeri della Salute e delle Politiche agricole per il contenimento della peste suina africana, che prevedono la riduzione dell’80% della popolazione dei cinghiali tra caccia e prelievi di controllo. L’obiettivo fissato per il 2022/2023 è piuttosto ambizioso, tanto che la Regione ipotizza futuri incentivi anche economici rivolti al mondo venatorio.
Gli uffici regionali stimano che in Liguria la popolazione dei cinghiali vari tra i 35.000 e 56.000 capi, con una concentrazione in particolare a Genova e comuni limitrofi che, si sottolinea, “ha raggiunto consistenze non più compatibili con lo svolgimento delle normali attività da parte dei cittadini”. Lo scorso anno è stato cacciato l’84,75% del contingente massimo, fissato allora in 23.240 capi, pari a 19.695 cinghiali: si tratta, in valore assoluto, del risultato più elevato degli ultimi cinque anni, nonostante una soglia massima più ridotta rispetto al biennio 2017-2019.
La scorsa stagione hanno operato 284 squadre di caccia al cinghiale in forma collettiva, composte da 8.297 cacciatori, pari al 60% dei cacciatori liguri, ma con differenze rilevanti tra una provincia e l’altra: a Savona, ad esempio, è stato attivo nella caccia al cinghiale l’86% dei cacciatori, a Genova solo il 45%. Nel corso dell’ultima stagione venatoria, sono arrivate 396 richieste di risarcimento danni all’agricoltura causati da cinghiale per 276.000 euro, 103 denunce di incidenti stradali, in crescita progressiva rispetto al quinquennio precedente, e richieste per 90.000 euro di contributi per metodi ecologici di controllo indiretto come pastori elettrici, recinzioni metalliche e altro materiale di prevenzione e dissuasione.
Piazza De Ferrari mette anche nero su bianco la necessità di potenziare il settore regionale competente per le attività di controllo faunistico, coordinate dalla stessa Regione mediante il Nucleo regionale di Vigilanza faunistico-ambientale, con la collaborazione operativa degli Ambiti territoriali di caccia (Atc) e dei Comprensori alpini (Ca). La Liguria dispone di 30 unità di personale appartenente al Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale, unici soggetti in grado di effettuare gli abbattimenti in quanto in possesso della qualifica di agenti di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria. Ce ne sono 15 sul territorio genovese e tre sul territorio savonese, interessati dalla peste suina. Inoltre, sono disponibili 12 gabbie di cattura sul territorio genovese e sei sul territorio savonese, alla cui manutenzione e movimentazione sono preposti quattro addetti. In caso di impossibilità di avvalersi degli agenti appartenenti al Nucleo regionale di vigilanza faunistico-ambientale, precisa il piano regionale, “resta ferma la possibilità di ricorrere all’ausilio di altre figure professionali aventi la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, al fine di non interrompere lo svolgimento delle azioni di controllo. Nelle aree protette regionali, infine, gli interventi di controllo sono attuati dal personale dipendente dall’ente Parco o da persone da esso autorizzate.
Non solo caccia e controllo. Nel Priu vengono indicate anche alcune azioni di educazione e di sensibilizzazione da estendere a tutta la popolazione. A partire dai divieti di foraggiamento che dovrebbero essere noti soprattutto in ambiti urbani.
In tutto il territorio regionale permane il divieto di allevamento a scopo di ripopolamento, ornamentale ed amatoriale: insomma, previa apposita autorizzazione, l’allevamento è consentito solo a scopo alimentare.
Per aumentare il controllo del territorio, in parallelo al piano, la giunta regionale ha licenziato anche una seconda delibera con cui si autorizza la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, da sottoporre ad analisi per l’eventuale riscontro di peste suina, anche a cercatori di funghi, cercatori di tartufi e cacciatori iscritti agli ambiti territoriali che intendano svolgere attività di allentamento e addestramento cani, in funzione della loro conoscenza e frequentazione delle aree boscate.
Secondo l’ultimo aggiornamento fornito dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta al 10 agosto, sono 61 le carcasse di cinghiale positive alla peste suina riscontrate in Liguria a partire dal 27 dicembre scorso, 179 a livello del Nord Ovest.