Caccia e cacciatori, un mondo a tanti sconosciuto ma che racchiude ricchezze inestimabili

Il Circolo “Gli amici della caccia” parla del mondo della caccia e della figura del cacciatore: tante ricchezze da scoprire se ci si slega da stereotipi e pregiudizistrettoweb.com

Sono parecchie le persone che pensano alla caccia come una via buia e senza uscite, descrivendola con una serie di aggettivi dispregiativi, non consoni, come uno sport crudele praticato da pochi individui che compiono stragi di specie animali solo per il puro divertimento. Molti lo fanno perché appartenenti ad associazioni ambientaliste, altri, invece, perché poco o male informati. Con questo comunicato, il Circolo “Gli amici della Caccia” vuole descrivere realmente di cosa si parla veramente, divulgando le giuste informazioni, sensibilizzando chi disconosce e descrivendo una pratica nobile, di origini preistoriche, che ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi in molti paesi meno evoluti una fonte di primaria importanza di sostentamento per l’uomo, in altri, invece, fonte di socializzazione e anche un importante ruolo economico commerciale.

Per far capire bene di cosa stiamo parlando, immaginiamo una strada con varie deviazioni, una chiara segnaletica, in modo che anche chi non sa, possa capire dove ed a cosa portano le diverse destinazioni, sicuramente per molti inaspettate. La strada è la caccia, le deviazioni sono:

  • L’ ECONOMIA
  • La NATURA
  • La SOCIALIZZAZIONE
  • La SICUREZZA
  • Lo STUDIO
  • La DISTINZIONE

ECONOMIA: l’attività venatoria ha avuto soprattutto in passato un ruolo importante e fondamentale nell’economia del nostro paese basti pensare che negli anni 80, in Italia, il numero dei cacciatori era di circa 1.700.000 unità, ad oggi circa 700.000, ma mantiene ancora standard elevati. Infatti, una ricerca condotta dal gruppo del professor Musso dell’Università di Urbino Carlo Bo per conto di Anpam e Cncn, ha certificato che nell’anno 2016 (ultimo anno del quale i ricercatori hanno avuto a disposizione tutti i dati richiesti) la spesa annua sostenuta dai cacciatori per la caccia ammonta a 2.603.940.540 euro. (Fonte caccia magazine).

La lenta e costante diminuzione dei cacciatori negli anni, è dovuta a diversi fattori, tra i tanti abbiamo: l’aumento della disoccupazione e quindi l’impossibilità di pagare le tasse abbastanza esose per esercitarla; periodi di caccia sempre più limitati; divieto di caccia per alcune specie; abolizione delle cacce tradizionali; nascita di aree naturali, parchi, zone zps e sic a dismisura che insieme all’urbanizzazione hanno stravolto i territori; giovani che abbandonano le tradizioni venatorie dei padri e dei nonni, perché vivono in contesti urbani e sempre più lontani dalla natura.

Per meglio specificare di cosa stiamo parlando, prendiamo ad esempio un cacciatore calabrese e le spese mediamente sostenute durante i 365 giorni dell’anno:

  • tassa Governativa 173,16€;
  • tassa Regionale 102,00€;
  • tassa atc 20,00€ (in altre Regioni si arriva anche a 120,00€);
  • polizza assicurativa dai 50,00€ ai 130,00€;
  • tassa atc per esercitare l’attività venatoria in altra Provincia o Regione , (ad es. per andare in Sicilia ulteriori 84,00€ più valori bollati);
  • spese per il mantenimento del proprio ausiliare (molti ne hanno 3/4) (mangime, vaccini, chip, antiparassitari, spese veterinarie);
  • materiale indispensabile per svolgere l’attività venatoria (abbigliamento, calzature, fucili, munizioni);
  • acquisto di autovetture soprattutto 4×4 e relative spese per la manutenzione con relativo consumo di carburante;
  • acquisto e consumo di caffè , cornetti, pranzi, pernottamenti e acquisto di prodotti tipici…

Esistono poi i viaggi di caccia organizzati, molti sono i cacciatori che sborsano migliaia di euro anche più volte l’anno per andare a cacciare all’estero, incrementando così il turismo e l’economia di altri Stati per cacciare quello che potrebbero tranquillamente cacciare in Italia. Infatti in Romania, Grecia, Francia, Spagna, tutti Stati membri dell’Unione Europea, i periodi di caccia sono molto più lunghi.

Appare strano ed ai più incomprensibile, il fatto che l’Italia non si adegui alle discipline e alle norme Europee, rimettendoci sia dal punto di vista economico sia da quello sociale…perdendo cosi ottime opportunità di guadagno e di turismo. Tutto questo per dire che si tratta di un giro di affari che mantiene in vita più settori e attività con relativi posti di lavoro e che potrebbe essere sfruttata ulteriormente.

NATURA: il cacciatore, insieme all’agricoltore, è la prima sentinella del territorio, a stretto contatto con l’ambiente che lo circonda non solo durante il periodo di caccia ma 365 giorni all’anno: ama la natura, la rispetta e lo dimostra in svariati modi. Più volte all’anno in diverse località molti cacciatori si riuniscono e dedicano intere giornate alla pulizia dei boschi e delle aree verdi dai rifiuti abbandonati da cittadini incivili. Conoscendo bene il territorio creano linee tagliafuoco per prevenire gli incendi, tanto da essere coinvolti nella loro prevenzione. Inoltre è fattore regolatore di equilibri fra fauna e mondo agricolo-forestale e fra specie animali diverse.

SOCIALIZZAZIONE: numerosi sono gli eventi organizzati e aperti al pubblico, parliamo di sagre a base di selvaggina e non solo e fiere. Tra le ultime abbiamo EOS, che ha visto la partecipazione in tre giorni di 27.000 visitatori e Caccia Village 32.000 visitatori: gare di tiro al volo, cinofilia e mostre.

SICUREZZA: per essere abilitati ad esercitare l’attività venatoria ed ottenere il porto d’armi, ogni soggetto deve superare degli esami di abilitazione che trattano argomentazioni varie: maneggio delle armi, riconoscimento delle specie cacciabili, leggi e normative che regolamentano l’attività venatoria, la sicurezza in generale, il pronto soccorso e tanto altro, ma non solo, cosa ancora più importante sottoporsi a visita medica presso le Aziende Sanitarie u.o di medicina legale, oltre a dover essere incensurati per avere il benestare da parte della questura.

Inoltre, vengono organizzati ulteriori corsi di formazione e specializzazione per determinati tipi di caccia, ad esempio: chi pratica quella di selezione o contenimento delle specie nocive che creano grossi danni all’agricoltura (cinghiali, corvidi…) e anche in questo caso ci sono ulteriori costi che vanno ad aggiungersi a quelli già elencati precedentemente.

STUDIO: il cacciatore per la salvaguardia delle varie specie approfondisce la conoscenza ad esempio delle varie specie migratorie cacciabili (tordo, beccaccia, alzavola…) attraverso telemetria satellitare. Monitorando tali selvatici, si è riusciti a stabilire le rotte di migrazione, le varie soste, le arie riproduttive e cosa ancora più importante le date di partenza, che dimostrano tranquillamente, con dati certi, che l’inizio della migrazione pre-nuziale risulta avvenire nei mesi di febbraio inoltrato o addirittura marzo, quindi non in linea con il key concepts oggi vigenti che indicano l’inizio della migrazione, per raggiungere i luoghi di nidificazione, tra fine dicembre e inizio gennaio. Per dimostrare ulteriormente come tali studi siano attendibili, basta recarsi nelle nostre campagne nei mesi di febbraio, marzo o addirittura nei primi giorni di aprile, per notare come vi è una massiccia presenza di tali specie che non sono affatto partite per la migrazione.

False sono tutte quelle esternazioni fatte da parte delle associazioni ambientaliste o di tutti quei soggetti che affermano il contrario, perché sono senza criterio, fondatezza e mirano solo a screditare gratuitamente la nostra categoria e limitare ulteriormente i periodi di caccia. Sono solo parole dette a casaccio, senza alcun tipo di studio perché sanno che approfondendo con dati scientifici e cognizione sarebbe come tirarsi la “zappa sui piedi”.

DISTINZIONE: molto importante è fare la distinzione tra caccia-cacciatori e bracconaggio-bracconieri, due facce della stessa medaglia completamente diverse ma che spesso e volentieri, in tantissime circostanze, le due cose vengono accomunate anche qui soltanto per attaccare e screditare. Avere un fucile in mano non significa essere cacciatore, per esserlo serve anche altro. Infatti, con il termine “cacciatore” ci si riferisce a chi esercita la caccia, attività legale e pertanto, regolamentata da specifiche leggi, che regolamentano i periodi di caccia e le specie cacciabili con regolare licenza di caccia.

Di contro, il “bracconiere”, è colui che spara o cattura animali protetti, in periodi non consentiti, con fucile o altri tipi di trappole e senza la licenza di caccia. Certamente è possibile che ci siano dei casi sporadici di cacciatori bracconieri, per carità, ma ciò non giustifica le ostilità nei confronti della la caccia e dei cacciatori.. così come è vero che esiste l’uomo violento, ladro, truffatore, assassino, pedofilo… ma questo non significa che tutti gli esseri umani siano così. Bisogna comprendere bene le differenze tra una sana pratica della caccia e l’uso invece smodato che ne fanno alcuni usando logiche di comodo.

NON ODIARE CIÒ CHE NON CONOSCI, NOI SIAMO CACCIATORI.