Reggio Calabria, la nota del Circolo “Gli amici della caccia”

Il Circolo “Gli amici della caccia” invita “i Circoli, le Associazioni, i Movimenti tutti a livello locale, regionale e nazionale nonché i Presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia Calabresi, le Associazioni Venatorie riconosciute e non riconosciute dalla Legge 157/92 e infine la Assoarmieri a far fronte comune nell’accoglimento delle istanze presentate al momento dal predetto Circolo, dinanzi in particolare alla Regione Calabria, per mezzo della testata Strettoweb, ringraziando quest’ultima per la preziosa collaborazione e cordialità nella pronta pubblicazione delle nostre proposte e argomentazioni a tutela della categoria dei cacciatori Calabresi.

In particolare, a sunto di quanto finora pubblicato il Circolo Gli Amici della Caccia chiede ufficialmente:

  • La riduzione della tassa di concessione regionale a partire dalla stagione 2022/2023 in poi, a supporto dei cacciatori Calabresi quale conseguenza dell’attuale crisi economica a seguito del periodo di emergenza pandemica e dell’effetto della guerra Russia Ucraina. Ricordiamo fra l’altro che la tassa di concessione regionale calabrese è una delle più alte in Italia a partire dall’anno 2012.
  • L’inserimento di un piano di contenimento alle specie “nocive” in sovrannumero in seno all’emanazione del nuovo piano faunistico regionale, ancora in attesa di pubblicazione nonostante le rassicurazioni risalenti a giugno 2021 da parte dell’Assessore Gianluca Gallo di predisporre entro fine anno 2021, “stando al cronoprogramma elaborato dal dipartimento Agricoltura”, i piani faunistici provinciali e  regionale, “valido per il periodo 2021-2026 e che andrà a colmare un vuoto che si protraeva da oltre 20 anni” nonché “[…] stendere le linee guida per regolamentare e rilanciare il settore, nel rispetto assoluto delle normative vigenti e con la massima considerazione per le aspettative di tutte le parti: agricoltori, allevatori, cacciatori ed associazioni ambientaliste” (fonte: Regione.Calabria.it).

Tale piano di contenimento si inserirebbe in un contesto serio e concreto di immissioni di specie stanziali cacciabili a scopo di ripopolamento  nonché reinserimento di specie in cattivo stato di conservazione quali la Coturnice (Alectoris Graeca), della quale si chiede inoltre, in seno alla redazione dei piani faunistici provinciali, la predisposizione di un piano di gestione ad hoc nel rispetto del Piano di Gestione Nazionale della Coturnice.

  • La pubblicazione dei calendari venatori nel rispetto della data del 15 Giugno, cosi come previsto dall’articolo 18 comma quattro della legge 157/92, entro e non oltre la quale devono essere emanati i calendari venatori. Anche nella Regione Calabria tale norma non viene rispettata, poiché i calendari venatori vengono pubblicati generalmente verso Agosto, dando possibilità alle Associazioni animaliste e ambientaliste, puntualmente costituite come ricorrenti ogni anno dinanzi ai TAR, per l’appunto di ricorrere contro il calendario venatorio con il rischio di sospensive alla stagione venatoria nel bel mezzo della stessa, a discapito di tutti i cacciatori. Ne è un esempio concreto la situazione incresciosa e incredibile venutasi a creare in Sicilia durante la stagione 2021/2022. Infatti, poche ore prima del tanto atteso inizio di stagione è stata resa nota la volontà del Tar circa la sospensione della caccia. A tal proposito: “Il Presidente del Tribunale Amministrativo regionale della Sicilia-Catania, con decreto di ieri n. 499/21 (ric. n. 1366/2021), ha sospeso il Calendario venatorio della Regione Siciliana (emanato con decreti dell’Assessore all’agricoltura n. 37/GAB del 26 luglio 2021 e n. 45/GAB del 24 agosto 2021). Ne consegue che la caccia è immediatamente sospesa su tutto il territorio regionale almeno fino al 1° ottobre, data indicata da ISPRA (Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale) nel suo parere rilasciato alla Regione ma da questa non accolto”.

Estremamente calzante risulta quanto espresso dal Presidente del Comitato Sicilia Nostra Domenico Pappalardo a testimonianza di quanto successo in terra siciliana: “Io ho ritirato un tesserino venatorio dietro pagamento di tassa regionale e provinciale, in più una tassa governativa allo Stato per il trasporto dell’arma. […] La sospensiva è stata pubblicata alle 8 di sera, i telefonini non prendono, le notizie non si danno via giornale o via WhatsApp ma si deve pubblicare tutto sulla Gazzetta Ufficiale, va notificata l’ordinanza all’Assessore a Palermo che, a sua volta, deve recepire l’ordinanza ed emettere un Decreto in ottemperanza a ciò che sta dicendo il Tar. Tutto questo non può accadere nell’arco di una notte, molte persone si sono ritrovate senza sapere della sospensiva. […] Noi abbiamo chiesto a chi era in campagna e aveva una linea telefonica se fosse riuscito a comunicare con gli avvocati o con le associazioni venatorie. Il 31 agosto 2021 alle ore 20 quando è uscita la sospensiva la gente era già coricata in campagna ad arrostire la carne, noi eravamo fuori come tanti e tanti siciliani perché questo vuole la tradizione. Molti durante la mattinata appena hanno saputo dell’accaduto sono poi tornati a casa, anche se alle ore 12 l’Assessore non sapeva ancora nulla dell’ordinanza. Allo stesso è arrivata nel pomeriggio e subito ha emesso il nuovo calendario. Nell’arco di 24 ore è successo tutto questo, nonostante il calendario fosse già con molte restrizioni e avesse recepito pienamente la direttiva del Ministero su come impostare i calendari. Una lotta infinita tra noi e loro, forse entrambi amiamo l’ambiente ma lo amiamo in maniera differente (fonte: NewSicilia.it)”. STRETTOWEB