La ricetta della Coratella di Cinghiale: la variante selvaggia di un piatto più che ricorrente

Sapore deciso e grinta da vendere. Ecco una preparazione che affonda le radici nella Maremma

coratella-cinghiale-2 La ricetta della Coratella di Cinghiale: la variante selvaggia di un piatto più che ricorrente
  • CategoriaSecondo
  • DifficoltàFacile
  • Dosi4 persone
Ingredienti
  • 600 grammi di coratella di cinghiale
  • 500 grammi di pomodori pelati
  • 2 cipolle
  • 50 grammi di pancetta
  • Vino rosso
  • Olio
  • Sale
  • Pepe

Procedimento

Fate rosolare la pancetta tagliata a dadini in un tegame con 10 cucchiai d’olio e le cipolle finemente affettate. Appenna appassiscono unite il cuore, la budellina, il polmone e il fegato, il tutto tagliato a fette sottili. Aggiungete sale, pepe e dopo circa 15 minuti bagnate il tutto con un bicchiere di vino rosso. Quando sarà ritirato aggiungete i pomodori pelati e proseguite la cottura per circa 40 minuti.

La ricetta

Di questo piatto si conoscono infinite varianti: di cinghiale, d’agnello, in salsa, in bianco e persino fritta. In qualunque modo si prepari, la Coratella rimane comunque uno dei sapori più gustosi della cucina toscana. Nota anche come “corata”, è costituita dalla trachea, polmoni, cuore, fegato e milza: insomma, un mix irresistibile di frattaglie, tagliate sottili. Riscopriamo oggi la coratella di cinghiale, tipica della zona della Maremma.

Un calice in abbinamento

Un piatto di territorio non può prescindere da un vino territoriale. E allora puntiamo decisi nella zona di Bolgheri e il suo Bolgheri Doc, blend di vitigni internazionali come Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Un vino morbido, caldo, che profuma di macchia mediterranea, di marmellata di more e di spezie. Con qualche anno sulle spalle, ottiene quella rotondità ideale per sposarsi con carni – come le frattaglie di selvaggina – che possono avere una certa tendenza amarognola. Succulenza e untuosità della preparazione sono poi ben bilanciate da alcol e tannino nel bicchiere. Qualora il piatto richieda maggiore morbidezza, si può sfoderare anche un Amarone della Valpolicella Docg.

Di questo piatto si conoscono infinite varianti: di cinghiale, d’agnello, in salsa, in bianco e persino fritta. In qualunque modo si prepari, la Coratella rimane comunque uno dei sapori più gustosi della cucina toscana. Nota anche come “corata”, è costituita dalla trachea, polmoni, cuore, fegato e milza: insomma, un mix irresistibile di frattaglie, tagliate sottili. Riscopriamo oggi la coratella di cinghiale, tipica della zona della Maremma.

Un calice in abbinamento

Un piatto di territorio non può prescindere da un vino territoriale. E allora puntiamo decisi nella zona di Bolgheri e il suo Bolgheri Doc, blend di vitigni internazionali come Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. Un vino morbido, caldo, che profuma di macchia mediterranea, di marmellata di more e di spezie. Con qualche anno sulle spalle, ottiene quella rotondità ideale per sposarsi con carni – come le frattaglie di selvaggina – che possono avere una certa tendenza amarognola. Succulenza e untuosità della preparazione sono poi ben bilanciate da alcol e tannino nel bicchiere. Qualora il piatto richieda maggiore morbidezza, si può sfoderare anche un Amarone della Valpolicella Docg.

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Mat.Cial.