Peste suina, nessun caso in bergamasca: la caccia non si ferma
A fare chiarezza sulla vicenda è stato l’assessore regionale all’Agricoltura Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi.
Peste suina, in bergamasca nessun caso riscontrato e la caccia non si ferma.
Peste suina, nessun caso in bergamasca
Bollata come “fake news” la notizia della diffusione della peste suina anche in bergamasca. A fare chiarezza sulla vicenda è stato l’assessore regionale all’Agricoltura Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi.
“Sta circolando sui social network una falsa lettera con logo della Regione Lombardia e la mia firma su una presunta determina regionale riguardante la sospensione della attività venatoria a Bergamo causata dal rinvenimento di due casi di peste suina africana – ha spiegato Rolfi – Si tratta di fake news. Nessun caso di peste suina è stato riscontrato ad oggi sul territorio lombardo e l’attività venatoria pertanto procede secondo calendario e fino a diverse decisioni dell’unità di crisi che si riunirà lunedì (oggi, ndr). Invito pertanto a non diffondere questi falsi e provvederò a denunciare l’accaduto alle autorità competenti”.
La peste suina nel mondo
La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali: altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, non è, invece, trasmissibile agli esseri umani. Nonostante ciò le epidemie hanno pesanti ripercussioni economiche importanti nei Paesi che risultano colpiti.
Nel 2014 è esplosa un’epidemia di PSA in alcuni Paesi dell’Est dell’Unione europea. Da allora la malattia si è diffusa in altri Stati membri, tra cui Belgio e Germania, mentre in ambito internazionale è presente in Cina, India, Filippine e in diverse aree del Sud-Est asiatico, raggiungendo anche l’Oceania (Papua Nuova Guinea).
In Italia, la malattia è presente in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica, ma negli ultimi giorni l’allerta si è spostata anche in Piemonte e Liguria.
Il piano di Sorveglianza nazionale
Dal 2020 l’Italia, in considerazione dell’epidemia europea e in base a quanto previsto nell’ambito della strategia comunitaria di prevenzione e controllo della malattia, ha elaborato un piano di Sorveglianza nazionale, che contempla anche una parte dedicata alla sola Sardegna relativamente alle misure volte al raggiungimento dell’eradicazione. Il Piano è presentato annualmente alla Commissione Europea per l’approvazione e il cofinanziamento.
In questo scenario anche i cinghiali, liberi di avvicinarsi alle zone antropizzate, oramai rappresentano uno dei mezzi di diffusione del virus, qualora entrino in contatto con allevamenti che non rispettano le norme di biosicurezza o con rifiuti alimentari abbandonati o con lavoratori del settore domestico. Il Ministero della Salute ha messo a disposizione tutte le informazioni in particolare per gli allevatori e i cacciatori.