Perché alcuni uccelli migratori hanno cambiato rotta?
Alcuni uccelli hanno cambiato la direttrice delle loro migrazioni volando da est a ovest: i cambiamenti climatici possono essere la causa scatenante.
Il fenomeno della migrazione è ben noto a tutte le latitudini: ogni anno, prima dell’arrivo dell’inverno, migliaia di uccelli di diverse specie partono dalle loro dimore per volare verso sud, in cerca di luoghi più caldi (e più ricchi di cibo) dove passare la stagione fredda. E a primavera fanno il contrario, ripercorrendo all’inverso tutto il tragitto per tornare da dove erano partiti.
CAMBIO DI ROTTA. Almeno, questa è la regola generale; ora però per la prima volta abbiamo scoperto un uccello, il calandro maggiore (Anthus richardi), un passeriforme che sta cambiando direttrici compiendo una migrazione che non va da nord a sud e viceversa, ma da est a ovest. Il motivo? Potrebbe essere colpa dei cambiamenti climatici, come si legge nello studio pubblicato su Current Biology, che riporta le scoperte del team guidato da Paul Dufour, biologo dell’università di Grenoble-Alpes.AmbienteI cambiamenti climatici modificano il comportamento degli animali
Il calandro maggiore normalmente vive tra Siberia, Mongolia e Cina orientale; d’inverno migra a sud, verso il subcontinente indiano (e oltre: ci sono testimonianze di esemplari arrivati fino in Sri Lanka). In certi casi, alcuni esemplari possono perdersi durante il viaggio, e giungere fino in Europa: questi “vagabondi” sono molto rari, ma può capitare di osservarli anche in Francia.
IL CALANDRO E I VAGABONDI. Sono proprio queste osservazioni episodiche che hanno convinto Dufour ad approfondire: il ricercatore ha infatti notato che le comparsate del calandro maggiore in Francia si sono intensificate negli ultimi 30 anni, passando dai pochi casi all’anno che si registravano fino agli anni Ottanta, alle osservazioni attuali, che parlano di decine di esemplari che ogni anno arrivano in Europa. Dufour e il suo team hanno quindi deciso di controllare in prima persona, e hanno catturato e inanellato alcuni esemplari di calandro durante l’inverno 2019-2020.Nata quasi per caso grazie all’idea di un appassionato di uccelli, la tecnica dell’inanellamento ci ha permesso nell’ultimo secolo di scoprire finalmente dove vanno, e perché, tutti quegli uccelli migratori che compaiono in primavera e spariscono in autunno. Quella dell’inanellamento è una storia di progressi costanti, dai primi anelli di metallo usati a fine Ottocento siamo arrivati a GPS, sensori e monitoraggio satellitare: ve la raccontiamo nell’articolo “Si parte!”, di Gabriele Ferrari, su Focus 350 (dicembre 2021). © Focus 350 (dicembre 2021)
L’inverno successivo, tre di questi uccelli sono stati ricatturati, e i sensori degli anelli hanno permesso di ricostruire il loro percorso: dalla Francia erano tornati nel sud-ovest della Siberia, per poi tornare indietro un anno dopo lungo la stessa direttrice est-ovest. Un dettaglio interessante è che i tre vagabondi erano esemplari giovani: un’ulteriore analisi di foto e video registrati negli ultimi 30 anni ha confermato questo fatto. È una dimostrazione indiretta del fatto che la rotta est-ovest è una novità degli ultimi anni; si tratta della migrazione su lunga distanza che si svolge su questa direttrice: solitamente le rotte est-ovest sono quelle utilizzate da specie tropicali che si spostano di poche decine di chilometri ogni anno, e non per migliaia e migliaia come hanno fatto i calandri.
IN VIAGGIO VERSO L’EUROPA. Come mai questi uccelli hanno modificato la loro rotta tradizionale? Non è difficile immaginare quali siano le ipotesi al vaglio: la distruzione dell’habitat del calandro nel sud-est asiatico potrebbe averlo convinto a cercare fortuna altrove, e l’aumento delle temperature degli ultimi anni potrebbe aver reso l’Europa meridionale un posto migliore dove passare l’inverno, e dunque la sua nuova meta. Il prossimo passo è scoprire se sono cambiate anche le rotte degli altri uccelli migratori siberiani, che negli ultimi anni, proprio come il calandro maggiore, si presentano sempre più spesso dalle nostre parti.
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