Emergenza cinghiali, le regioni sono nel mirino. Coldiretti: “allungare il calendario venatorio”

Danni per 200 milioni nelle campagne. Gallinella, presidente Commissione Agricoltura Camera dei Deputati : “serve è un “Corpo dello Stato” specifico”

Emergenza cinghiali, con 2,3 milioni di ungulati che assediano città e campagne e gli agricoltori sul piede di guerra. Una situazione che ha portato la Coldiretti a chiedere che le Regioni si coordinino strettamente con lo Stato ed operino in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali; in particolare, le soluzioni proposte sono un intervento diretto da parte degli agricoltori con l’attività di coordinamento delle azioni di contenimento e prelievo che spettino alla Polizia Municipale e alla Polizia Provinciale. Ed ancora che gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma con la possibilità di delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti al registro regionale.
Coldiretti propone un allargamento del calendario venatorio (comprendendo anche i mesi da settembre a gennaio) con le carni degli animali da destinare alla beneficenza nel rispetto di standard di sicurezza o valorizzate a sostegno dell’economia locale. Infine, una regia complessiva per le azioni di contenimento e prelievo da affidare al Prefetto
 in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza. Misure che servirebbero per contrastare un fenomeno che, con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto, ha portato ad un aumento del 15% dei cinghiali in Italia. Coldiretti ha parlato di danni nelle campagne per almeno 200 milioni di euro all’anno con tanto di perdita di biodiversità sia animale che vegetale. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie “evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021 pubblicato dal ministero della Salute che ribadisce come i cinghiali abbiano una responsabilità fondamentale per la diffusione della Peste Suina Africana (Psa) e dunque una delle misure necessarie in Italia è la gestione numerica della popolazione di questi animali”.
Un tema “caldo” anche sul fronte politico e che non si può circoscrivere alla sola agricoltura. “L’esplosione demografica di alcune specie di ungulati selvatici e la loro diffusione sul nostro territorio – ha dichiarato il deputato Filippo Gallinella (M5S), presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati presente alla manifestazione Coldiretti in Piazza Montecitorio – mette a repentaglio persone e cose ed è oggi oggettivamente un problema non solo per gli agricoltori. Fino a vent’anni fa la fauna selvatica non rappresentava un motivo di preoccupazione: il prelievo venatorio era maggiore, c’erano molti più cacciatori ora ridotti a un quinto di allora, c’erano le Guardie provinciali e il Corpo Forestale dello Stato”.
Il preisdente Gallinella invita le regioni ad intervenire. “Nei fatti, come prevedono le norme, è possibile prelevare ungulati tutto l’anno, anche fuori dal periodo di caccia, che si può anche allungare di un mese. Solamente poche Regioni, però, hanno predisposto piani di abbattimento, eppure spetta a loro il compito di gestire la fauna selvatica. Una recente sentenza della Corte costituzionale peraltro chiarisce che le Regioni possono avvalersi, oltre che per i soggetti già previsti dalla 157 del 1992, anche di chi, munito di licenza venatoria, abbia frequentato appositi corsi di preparazione. E pensare – aggiunge Gallinella – che si potrebbe passare da un problema addirittura a una risorsa che crea reddito grazie alle linee guida sulla filiera della carne selvaggina emanata lo scorso marzo: anche qui non ho notizia che le Regioni, autorità sanitarie preposte, abbiano reso ciò possibile. A questo punto l’unica soluzione è creare un “Corpo dello Stato” specifico. Un obiettivo che si prefigge proprio la proposta di legge per l’istituzione della Polizia Ambientale Forestale, a prima firma del collega del Movimento 5 Stelle Maurizio Cattoi, in discussione in Commissione Affari costituzionali alla Camera dei Deputati. Chiedo, pertanto, agli agricoltori di sostenerci per far sì che questa norma diventi realtà il più presto possibile”.

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