Emilia Romagna: Caccia, semaforo verde in Regione: il via alle attività da metà aprile
Secondo il Pd, invece, il calendario venatorio 2021-2022 dell’Emilia-Romagna “dovrebbe essere preso ad esempio anche in altre zone del Paese”, sostiene Massimo Bulbi.
Semaforo verde in commissione al calendario venatorio 2021-2022 della Regione Emilia-Romagna, che prevede il via alle attivita’ da meta’ aprile fino a fine marzo 2022. Ma e’ scontro nella maggioranza di centrosinistra, con i Verdi che votano contro perche’ il piano consente di cacciare anche “specie a rischio estinzione”. Il nuovo calendario venatorio predisposto dalla Giunta Bonaccini, spiega la consigliera verde Silvia Zamboni, “non recepisce le osservazioni” delle associazioni ambientaliste sugli animali che andrebbero esclusi dalla caccia, come la volpe e varie specie di uccelli.
“Alcune di queste sono rientrate nella lista rossa aggiornata dei volatili nidificanti in Italia a rischio di estinzione- sottolinea Zamboni- si tratta di marzaiola, codone, beccaccia e beccaccino, mentre il Ministero dell’Ambiente si e’ espresso in difesa di moriglione, tortora selvatica e pavoncella”. Tutti volatili che sarebbero invece compresi nel calendario venatorio dell’Emilia-Romagna. Per i Verdi, poi, e’ “insoddisfacente anche l’invito, e non l’obbligo, a evitare l’uso dei proiettili al piombo”, essendo “una sostanza tossica che minaccia l’ecosistema”. Il Sole che ride, quindi, chiede “divieti piu’ stringenti e anche maggiori controlli”. Ad esempio, afferma Zamboni, “va contrastato il bracconaggio e vanno intensificate le attivita’ di prevenzione degli illeciti penali e amministrativi”. Secondo il Pd, invece, il calendario venatorio 2021-2022 dell’Emilia-Romagna “dovrebbe essere preso ad esempio anche in altre zone del Paese”, sostiene Massimo Bulbi. Semmai, aggiunge il dem Marco Fabbri, “sarebbe da porre in agenda il tema delle specie aliene o non autoctone”.
Per il leghista Massimo Pompignoli, il nuovo calendario venatorio dell’Emilia-Romagna “segna una certa discontinuita’ rispetto al passato, in netta controtendenza rispetto ai provvedimenti blindati della precedente legislatura”. Nonostante questo, pero’, il consigliere del Carroccio si aspettava “di piu'” sulle giornate di caccia, sull’aumento nel prelievo di alcune specie e sull’addestramento cani, per “rendere piu’ semplice l’esercizio di quella attivita’ venatoria di cui la regione ha grande bisogno, come testimoniato dagli ingenti rimborsi regionali ai danni compiuti dagli ungulati alle coltivazioni regionali”. Critica anche la 5 stelle Silvia Piccinini, che fa sue le osservazioni del Wwf. E attacca: “Gli interessi legati al mondo della caccia sono come al solito molto ben rappresentati in Regione”.
Infine, l’ex M5s Giulia Gibertoni chiede la modifica della legge regionale sulla caccia del 1994, ribadendo che la caccia al cinghiale in braccata e’ una “pratica oltremodo crudele”. Il calendario venatorio 2021-2022, spiega la Regione, “segue l’impostazione generale di un equilibrio tra le necessita’ di controllo faunistico e di tutela ambientale”. Fra tutte le specie ammesse alla caccia, hanno “rilevanza maggiore” gli ungulati, per i quali sono delineati “forme e periodi di caccia ammessi”. Allo stesso modo, nella delibera vengono definiti “il carniere ammesso, l’utilizzo e l’addestramento dei cani e la differenziazione delle varie aree geografiche dove esercitare il prelievo faunistico”. (fonte Dire)“