Un virus sta colpendo le tortore dal collare
È un esito che può essere letto in due modi diversi quello reso pubblico ieri. Il fatto che la morìa di tortore dal collare registrata a Capriano sia causata da un virus, o meglio da un ceppo virale specifico che aggredisce solo questa specie, potrebbe essere rassicurante. Oppure far riflettere sul sempre più frequente impatto di microrganismi che approfittano di situazioni ambientali compromesse e di popolazioni (in questo caso animali) diventate magari troppo numerose. Se leggendo queste righe trovate un’analogia con quanto sta succedendo a noi col Coronavirus è perché l’analogia sussiste. TORNANDO alle tortore, su sollecitazione di una lettrice, Bresciaoggi aveva nei giorni scorsi sollevato appunto il caso Capriano: decine di esemplari rinvenuti morti nell’arco di non molti giorni nei dintorni della cascina «Tre Camini». Federica Ripamonti aveva chiesto anche l’intervento dell’Ats, che è avvenuto, e l’analisi delle carcasse ha determinato che la morte dei volatili è stata causata dalla malattia di Newcastle, una forma di influenza aviaria potenzialmente molto pericolosa. Ma come detto il virus individuato è un ospite indesiderato di questa sola specie, e quindi la buona notizia è che, a meno di mutazioni e spillover, non rappresenta un pericolo per il resto dell’avifauna selvatica; e neppure per i volatili di allevamento. Tra l’altro, il caso Capriano non è neppure veramente tale, nel senso che l’Istituto zooprofilattico che ha effettuato le analisi si è già trovato periodicamente a che fare con verifiche successive a morìe di tortore dal collare avvenute per lo stesso motivo in diversi angoli della provincia.