Abruzzo: Il COSPA contro il WWF
OFENA – “Il Wwf Abruzzo è nel pallone e per far notare le sue azioni sul territorio calpesta un’intera economia agricola”.
Lo afferma Dino Rossi, portavoce del comitato spontaneo degli allevatori Cospa, che si è battuto per la riapertura in deroga della stagione venatoria e chiede ora di prolungarne la chiusura per recuperare il fermo imposto dalle restrizioni anti Covid.
“Forti e insensate”, così in una nota Rossi definisce le “critiche del Wwf Abruzzo a firma della sig. Filomena Ricci, nei confronti della Regione Abruzzo, per aver derogato il movimento dei cacciatori nelle zone di caccia anche fuori dei comuni di residenza. È bene far notare alla scalpitante signora che le squadre dei cinghialai sono formate da cacciatori appartenenti a vari comuni, quindi senza l’ordinanza sarebbe stato impossibile organizzare le braccate per il contenimento dei cinghiali”.
“È falso che i cacciatori abbattono i capi più grandi”, rileva il portavoce del Cospa, “questo riguarda la caccia di selezione e il controllo con la polizia provinciale, che avviene nel periodo maggio, giugno e luglio, quando con la vegetazione alta è impossibile abbattere i piccoli”.
Rossi definisce poi una “grossa balla” il fatto che “la caccia fa aumentare il numero dei cinghiali: “Molte volte il Wwf ha accusato i cacciatori di essere distruttori della selvaggina e adesso asserisce che non riduce il numero dei capi. Mistero! Come mai il Wwf chiude gli occhi da una parte e prende la lente di ingrandimento dall’altra? È bene abbattere e vendere i cinghiali anche in selezione, ma il ricavato deve essere evoluto per i danneggiati e non per i pochi amici”.