Covid: Presidio cacciatori fuori Emiciclo contro stop attività Venatoria
L’AQUILA – “Far capire all’istituzione che molti agricoltori sono cacciatori” e che con “la chiusura della caccia non possono più difendere i loro raccolti”, chiusura che è “un attacco gratuito al mondo agricolo, che sotto covid non si è fermato con tante difficoltà”.
Con queste motivazioni una trentina di capisquadra provenienti un po’ da ogni parte dell’Abruzzo, con le dovute precauzioni sanitarie, hanno presidiato la sede del consiglio regionale a L’Aquila, con tanto di merenda ed esposizione di prodotti agricoli
Ad organizzare l’iniziativa il Cospa Abruzzo di cui è portavoce Dino Rossi. E’ stato poi consegnato un documento in Prefettura.
La richiesta è “la riapertura in deroga della caccia con il recupero delle giornate perse nel mese di gennaio al fine di contenere la popolazione di cinghiali nella nostra regione”, aggiungendo che la riapertura deve essere fatta con i tamponi a tappeto su tutti i ragazzi, prima del rientro”.
LA LETTERA CONSEGNATA ALLA PREFETTURA
È bene fare chiarezza che molti componenti delle squadre cinghialai sono contadini produttori di prodotti tipici che annualmente subiscono danni dalla fauna selvatica, che l’istituzione si ostina a ripagare il giusto prezzo.
Poi ci sono le associazioni ambientaliste che si preoccupano a fare notizia sulla stampa, ma che ignorano i veri problemi della fauna selvatica. Oggi porto a conoscenza alle istituzioni e agli organi di informazione che il patrimonio faunistico ed in particolar modo i cinghiali sono affetti da Aujeszky, comunemente chiamata pseudorabbia.
Questa malattia colpisce i mammiferi in genere, bovini, cani, gatti, manguste di conseguenza anche i lupi e orsi, un patrimonio che il mondo animalista dice “di Proteggere”. I risultati delle analisi in mio possesso riguarda un cucciolo di cane di 10 mesi che ha leccato il sangue di un cinghiale infetto, morto nel giro di 48 ore.
Visto che i cinghiali sono il cibo preferito dei lupi, di conseguenza il patrimonio così tanto amato dagli animalisti è in serio pericolo proprio dalla loro golosità, il cinghiale. È bene che le istituzioni si rendano conto che questa malattia con una concentrazione alta di cinghiali, può infettare anche il patrimonio zootecnico in alpeggio e di conseguenza arriverà un’altra mazzata al mondo agricolo e non solo. In questo caso la caccia diventa una attività utile per la salute del patrimonio faunistico.
Quindi oggi chiediamo a gran voce la riapertura in deroga della caccia con il recupero delle giornate perse nel mese di gennaio al fine di contenere la popolazione di cinghiali nella nostra regione. Per quanto riguarda la caccia a singolo, non ci sono problemi per la propagazione del virus. Invece chiediamo che vengano chiuse le scuole, almeno fino a Natale dove vi sono i bambini senza l’obbligo della mascherina visto che sono stati accertati casi di veicolazione del Virus nell’ambito delle strutture scolastiche.
La riapertura deve essere fatta con i tamponi a tappeto su tutti i ragazzi, prima del rientro. Inoltre vogliamo capire come si è arrivati alla sospensione della caccia e con quale valutazione di rischio della propagazione del virus. Non si capisce come mai per la pesca è stata riaperta anche nelle zone rosse e la caccia pur essendo una attività di pubblica utilità è ancora chiusa. Alle 11 abbiamo c’è stato l’incontro con la Prefettura, che riferirà alla regione per una deroga alla riapertura della caccia.
Attendiamo al più presto notizie altrimenti la prossima settimana scarichiamo le vacche nel recinto dell’Emiciclo.