Ode a San Martino (contro il veganismo)
I “corpi docili”, quando non ancora veganizzati, tendono a cibarsi di animali flebili, carni bianche. Gli uomini fieri sono attratti dalla carne degli animali fieri. E l’oca è un pennuto fierissimo.
San Martino, per onorarti ho cercato un’oca, ricerca difficile sempre se non si abita vicino a Mortara o a Padova, difficilissima oggi per un’epidemia che ha fatto impazzire i miei connazionali. Per onorarti e dunque per recitare, stasera, il proverbio “Oca, castagne e vino, tieni tutto per San Martino”. L’ho trovata. Purtroppo già macellata, avrei voluto macellarla io ma il meglio è nemico del bene: macellerò, a Dio piacendo, in tempi migliori. “La vuole tagliata?”, mi ha chiesto l’eccelso pollivendolo al momento della prenotazione. “Giammai!”. Non ho i coltelli giusti né le competenze sufficienti, e tagliare un’oca non è come tagliare un mantello, San Martino, ma tagliare un’animale significa prendersi la responsabilità del medesimo, partecipare alla sua uccisione, meritare di nutrirsene. Suderò, imprecherò, mi sporcherò: sarà bellissimo.