Caccia in zona arancione, Italcaccia: «Si consenta almeno all’interno dell’Atc»
In considerazione della notizia che l’Abruzzo passerà da zona gialla a zona arancione l’associazione venatoria Italcaccia, nella persona del presidente regionale Francesco Verì, chiede alla Regione di consentire ai cacciatori la circolazione almeno all’interno del proprio Ambito territoriale di caccia.
«Nell’ultimo DPCM l’esercizio dell’attività venatoria non viene menzionata in alcun modo e come tale ancora una volta non viene presa in considerazione. – spiega Verì – E’ pur vero che trattandosi di attività sportiva, come tutte le altre, bisogna sottostare a delle regole ben precise per il contenimento del virus COVID-19, al cui rispetto come associazione invitiamo tutta la categoria dei cacciatori. Punto cardine citato nel testo dell’ultimo decreto è quello di limitare il più possibile gli spostamenti sul territorio e gli assembramenti, possibili cause della diffusione del virus con il principale vincolo dell’orario, dal momento che: “Dalle ore 22.00 alle ore 5.00 del giorno successivo sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”. Bisogna, altresì, precisare che alcune misure di contenimento vengono demandate dal Governo alle Regioni, che hanno il libero compito di interpretare la norma in base agli ultimi dati riscontrati in merito al contagio del virus. Considerando che la caccia è un’attività che viene svolta esclusivamente all’aria aperta e principalmente non creando assembramenti, questa Associazione chiede la possibilità di esercitare l’attività venatoria almeno entro la provincia dell’ATC di residenza oppure entro la provincia dell’ATC dove si risulta regolarmente iscritti qualora rinunciatari dell’ambito di appartenenza. Limitando l’attività venatoria all’interno del proprio comune di residenza si viene a penalizzare l’intera categoria dei cacciatori, i quali hanno sostenuto ingenti spese per il pagamento degli ambiti territoriali di caccia senza poter esercitare un’attività che viene svolta all’aperto e senza creare assembramenti. Pertanto, al fine di osservare scrupolosamente il rispetto di tutte le norme e buone pratiche di sicurezza durante l’esercizio venatorio, si invitano l’assessore regionale Emanuele Imprudente a voler fare chiarezza, in virtù del fatto che, come precedentemente ribadito, la caccia è un’attività che viene svolta esclusivamente all’aperto e senza creare assembramenti».