Divieti per Covid e influenza aviaria
Da oggi (sabato 7 novembre) primo giorno di limitazioni alla caccia in tutto il territorio nazionale, in base all’ultimo Dpcm firmato dal presidente Conte. Che divide le regioni d’Italia in tre fasce di rischio, con differenti limitazioni anche alla caccia.
Caccia, pesca e tiro: cosa è consentito con il nuovo Dpcm e cosa è vietato
Regioni “gialle”
Nelle regioni individuate dall’ordinanza ministeriale “gialle” in base alla fascia di rischio (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Prov. di Trento e Bolzao, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto) si può cacciare, ma non ci si può spostare dalle 22 alle 5. Nelle altre ore gli spostamenti sono possibili anche tra comuni e regioni della stessa fascia di rischio. Nelle regioni arancioni o rosse si può solo transitare, senza effettuare soste. Le armerie restano aperte.
Regioni “arancioni”
Nelle regioni “arancioni” (Puglia, Sicilia) si può cacciare solo all’interno del proprio comune. Eventuali deroghe per cacciare in altro comune in base alle autorizzazioni (ad esempio per appostamento in altro comune) vanno verificate con le autorità locali. Il tiro nei poligoni all’aperto è consentito, ma solo all’interno del proprio comune.
Regioni “rosse”
Nelle regioni “rosse” (Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta) l’attività venatorio è vietata, non rientrando tra le ragioni (lavoro, studio, salute, stato di necessità) che consentono gli spostamenti. Le armerie, come gran parte dei negozi non essenziali, restano chiuse.
Tutte le attività sportive non professionistiche sono sospese, e quindi anche il tiro.
Dpcm Covid: quando ci si può spostare
e come compilare l’autocertificazione
Raccomandazioni e regole dove si può cacciare
Il Dpcm raccomanda comunque fortemente di non spostarsi, senza tuttavia prevedere un divieto in tal senso, anche per i cacciatori. Restano, ovviamente, le indicazioni relative al distanziamento e all’uso della mascherina.
Le ordinanze delle Regioni
Accanto al Dpcm, poi, ci sono le eventuali ordinanze emesse dalle Regioni o dalle Province autonome. E in qualche caso anche le ordinanze dei sindaci. I cacciatori e gli sportivi devono quindi verificare anche la presenza di ulteriori divieti decisi localmente.
La diffida degli ANIMALARI (Lav)
La Lav ha diffidato le Regioni rosse e arancioni dall’emettere ordinanze per autorizzare la caccia in modo estensivo rispetto ai limiti della normativa nazionale anti Covid: “Si tratterebbe di un atto estensivo e non limitativo del nuovo Dpcm – attaccano gli animalisti – e per questo illegittimo“.
I tempi
La classificazione delle Regioni per fasce di rischio, e quindi i relativi provvedimenti, saranno valutati su base settimanale, ma avranno durata di 15 giorni. Una Regione collocata nello scenario di rischio peggiore vi dovrà restare per almeno due settimane. Il Dpcm, con le norme per tutta Italia, resta in vigore fino al 3 dicembre, salvo proroghe.
Caccia al cinghiale e tutela Covid
Restano le stesse raccomandazioni per la caccia in braccata, soprattutto per il cinghiale. In particolare, i cacciatori della squadra dovranno raggiungere l’area assegnata nel rispetto delle norme anti Covid, evitando poi assembramenti e garantendo il rispetto della distanza. I capisquadra devono vigilare sull’uso dei dispositivi di protezione, l’assenza di sintomi da parte dei partecipanti e il mantenimento della distanza.
Conclusa la braccata, i cacciatori che non sono impegnati nel recupero dei capi abbattuti e dei cani dovranno rientrare nella propria abitazione.
Le ripartizioni delle carni non deve avvenire il giorno della battuta, ma successivamente, per evitare assembramenti.
Tutto questo, in base al protocollo stilato dalla cabina di regia unitaria del mondo venatorio.
Influenza aviaria, stop richiami vivi per gli uccelli acquatici
All’emergenza Covid si uniscono poi i limiti legati all’influenza aviaria. Il Ministero della Salute – Direzione Generale della Sanità Animale ha comunicato che, in conseguenza dei focolai di influenza aviaria da virus HPAI insorti nei Paesi del nord Europa ed al fine di ridurre il rischio sul territorio nazionale, è sospeso nelle Zone A e B (di cui all’accordo quadro Stato Regioni rep. 125 del 25 luglio 2019 – nota DGSAF prot. n. 29049 del 20 novembre 2019 e successive modifiche) l’utilizzo come richiami vivi dei volatili appartenenti agli ordini degli Anseriformi e dei Caradriformi per la caccia agli uccelli acquatici.