“La selvaggina distrugge le coltivazioni”
Agricoltori in ginocchio. Raccolti decimati per l’eccessivo sovrappopolamento di animali selvatici.
E’ questa la sferzante denuncia lanciata da Roberto Ferrari, consigliere dell’Atc 3 collina (ambito territoriale caccia), nonché presidente provinciale di Apima, l’associazione delle imprese di meccanizzazione agricola. “Nel nostro settore – spiega Ferrari – siamo ormai giunti a fine periodo per quanto riguarda la raccolta dei cereali e purtroppo si confermano le scarse produzioni e, in alcuni appezzamenti, addirittura la mancanza totale di raccolto dovuta alla esagerata presenza di capi di selvaggina”.
“Si pensi ad esempio – dice ancora Ferrari – che, per quanto riguarda il girasole, rispetto a quella che dovrebbe essere la normale produzione media provinciale di 3 tonnellate per ogni ettaro, si sono raccolte invece circa 0,80 tonnellate per ettaro in quanto i campi seminati sono stati devastati da colombacci, tortore, colombi comuni, fagiani e non solo”.
Ma a soffrire sono tante colture: “Parliamo ora del sorgo: mediamente si dovrebbero produrre 7 tonnellateettaro ma per le ragioni di cui sopra invece, la produzione media si attesta su 2,2 tonnellateettaro. Non è andata meglio – prosegue il presidente dell’Apima – per il mais: negli appezzamenti in cui entrano i cinghiali non si riesce a raccogliere; vicino ai corsi d’acqua dove vi è la presenza di nutrie le produzioni si dimezzano rispetto alla resa normale”.
Situazione molto critica anche per i vigneti.
“I volatili insieme agli ungulati hanno contribuito ad arrecare danni ingenti alle produzioni di uva”.
Problemi anche per la rotazione agraria normalmente attivata in agricoltura per non impoverire il terreno.
“Gli agricoltori e gli agromeccanici che rappresento, si trovano costretti a non poterla più fare perché non sanno come fare per salvare il prodotto finale. Sostengono spese per le lavorazioni e non riescono a raccogliere quello che dovrebbe essere il loro guadagno: di conseguenza sono molto stanchi ed arrabbiati”.
Ed ecco l’affondo lapidario. “L’ agricoltura, a parte tutto, ha da sempre un ruolo fondamentale, quello di sfamare il mondo, ma di questo passo di agricoltori ne avremo sempre meno in quanto stanchi di lavorare per sfamare la selvaggina che invade i campi”.
“Io – continua Ferrari – a nome di tutta la categoria che rappresento, sono molto preoccupato per l’agronomia tipica della nostra provincia; di questo passo tra alcuni anni sarà veramente in crisi se non si prendono a breve provvedimenti seri per cercare di risolvere questo grave e crescente problema”.
Come intervenire?
“La caccia – dice ancora Roberto Ferrari – è importantissima per l’agricoltura: non va sottovalutata ma piuttosto rilanciata (con le giuste norme) perché deve viaggiare di pari passo in modo che il sovrappopolamento di animali selvatici possa essere controllato. Sono consigliere in Atc, non sono un cacciatore, ma faccio parte del mondo agricolo e mi batterò per risolvere il problema non solo per me ma per tutta l’agricoltura reggiana”.