Nessuno si ricorda del no dei Grillini alla caccia?
E adesso sono tutti amici dei cacciatori, tutti pronti a sostenete la cultura venatoria e le sue tradizioni simboli di una Civiltà Rurale che è alla base di questa passione. Lo dicono i molti “politici” che intendono attingere voti da questo bacino elettorale spesso e di proposito dimenticato per il resto dell’anno. Politici che non sanno distinguere un merlo da un fagiano ma che improvvisamente diventano paladini della Caccia, partecipando a incontri (in verità pranzi e cene) per farsi belli con dichiarazioni ad effetto. Pochi di questi, anzi pochissimi, sanno cosa è oggi la caccia in Italia e quali sono le leggi regionali, nazionali ed europee che la disciplinano e cosa significa per i 700mila cacciatori rimasti. Si è vero una piccola fetta rispetto ai 2milioni di una ventina d’anni fa, ma sempre un cospicuo bottino da spartirsi in termini di voti.
Il pensiero del guru non è cambiato…“Odio la caccia, chi uccide un capriolo, un gallo cedrone, una beccaccia, chi spara ai passeri o alle cinciallegre per divertimento, per farsi la mano, odio chi acceca gli uccelli da richiamo, chi dissemina trappole, esche, tagliole, odio chi usa il fucile, ma dice di proteggere la natura, odio i boschi, i prati trasformati in poligoni da tiro, odio l’odore del cuoio, della polvere da sparo, delle cartucce rosse, gialle e arancione grandi spesso come il bersaglio … odio chi usa la caccia e i cacciatori per fini politici, odio chi non rispetta gli animali … Ps: aderisci ai Comitati contro la caccia” (beppegrillo.it/odio-la-caccia/). Basta con la fucilazione degli animali, dunque, questo è stato il pensiero dominante del Movimento 5 Stelle sin dal 2015, da quando Grillo con una ‘poesia’ pubblicata nel suo blog tracciò il solco e seminò il chicco anti caccia.
Anche lui... nel proseguo della sua arringa anti caccia Costa aveva chiesto a tutti gli italiani di segnalare ai Carabinieri Forestali, alle Polizie Provinciali e a qualsiasi organo di Polizia Giudiziaria eventuali violazioni alle normative. “Ognuno di noi faccia la propria parte, uno a fianco all’altro, per il bene comune”, così aveva detto Costa.
La coerenza della Lega
La Lega nei decenni fedele alle indicazioni dei loro avi politici. Lo è di meno il comportamento della Casaleggio@C. che segue il pensiero di Grillo. A dir la verità, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa (M5S), grillino della prima ora, su Facebook aveva chiesto alle Regioni di fermare la caccia. “Voglio lanciare un appello alle Regioni affinché modifichino fin da subito il calendario in corso e blocchino almeno le battute di caccia (quelle ai cinghiali, le più pericolose e a rischio incidenti) la domenica, quando boschi e monti sono popolati ancora di più di escursionisti, da chi va a funghi, a castagne o semplicemente vuole godersi la natura senza correre il rischio di morire … Non è accettabile che le indicazioni della massima Autorità scientifica in materia, a volte, vengano raggirati o disattesi. Quindi agirò con fermezza nell’interesse del nostro patrimonio faunistico …”. Mentre ricordiamo che Matteo Salvini… all’Hit Show di Vicenza incontrò dirigenti dei cacciatori disse (“mi impegno a difendere dagli attacchi ideologici le attività venatorie e sportive e ad impedire che vengano approvate misure disincentivanti quali nuovi oneri amministrativi o economici, anche indiretti, per i cacciatori ed i tiratori italiani … a tutelare l’immagine e l’onorabilità dei detentori di armi, dei tiratori sportivi e dei cacciatori anche tramite il contrasto della diffusione di informazioni false o distorte”). C’è da dire che il leader della Lega ha sempre mantenuto la linea tracciata dai suoi predecessori alla guida dei verdi. Anni fa, Lorenzo Bodega, allora vicepresidente della Lega Nord a Palazzo Madama, commentando la presentazione da parte del ministro per il turismo di un disegno di legge per vietare l’ingresso dei cacciatori nei terreni privati aveva detto al ministro Brambilla di lasciare stare i cacciatori “e pensi di più alle questioni che riguardano il suo ministero. I cacciatori e la caccia sono una risorsa del nostro territorio. Chiederne l’abolizione o limitarne fortemente l’azione significa non rispettare chi mantiene viva un’attività che fa parte delle nostre tradizioni. Forse il ministro Brambilla farebbe bene a pensare alle migliaia di famiglie e alle imprese che vivono grazie alla caccia e al suo indotto … Mi permetto di darle un suggerimento: visto che viene come me da Lecco, faccia un giro per i nostri boschi. Scoprirebbe così che i boschi sono puliti laddove ci sono i cacciatori”.