Perché cacciare con i segugi è il metodo di caccia che più si avvicina alle leggi naturali della predazione?

Redazione

“La caccia con i segugi, le “corna” e le grida” – questo è il nome che le dà la legge del 1855 che ha dato un quadro giuridico alla caccia in Francia – si basa interamente sull’uso del cane. Nel paesaggio cacciano solo i cani, non si usano armi da fuoco . Il segugio è un predatore addomesticato. Cugino del lupo, ha conservato i suoi istinti predatori sotto l’autorità dell’uomo. Caccia per appropriarsi della preda che insegue.

Bisogna ammettere che le leggi della creazione essendo ciò che sono, gli antagonismi tra le specie sono innumerevoli. Il segugio – specie carnivora – vuole appropriarsi di specie erbivore. Escluderlo sulla base del fatto che sarebbe dannoso per il benessere della fauna selvatica implicherebbe la decisione di controllare anche tutti i predatori naturali. Non è così. Il ritorno del lupo è salutato come benefico.

Perché quindi negare al cane il ruolo che vogliamo che il lupo svolga?

Il divieto di cacciare con i segugi non è solo un’incongruenza in termini di predazione. Ne risulterebbe l’estinzione o la regressione di varie razze di segugi che costituiscono uno dei tesori del 6 ° gruppo della classificazione cinofila internazionale e per cui la Francia ha una trentina di razze, tutte appartenenti alla storia del nostro territorio. Si dice che il “cane dell’ordine” in particolare sia molto minacciato. Per la sua eleganza, per le sue capacità atletiche, per il suo potente olfatto, per la sua intelligenza durante la caccia, è una meraviglia.

Tuttavia, i canili delle ciurme di cervo sono praticamente gli unici ad allevarlo. Inoltre, è incapace di vivere se non in gruppo, cioè in branco. Attualmente i 390 equipaggi venery riconosciuti dalle autorità pubbliche supportano quasi 20.000 cani ordinati e almeno 10.000 cani di razze comparabili ma più piccole. Il paesaggio custodisce con cura questa capitale cinofila. L’Order Dog Club, emanato dall’Associazione Veneurs, è affiliato alla Société Centrale Canine. Forma cacciatori, pubblica manuali di buone pratiche, vigila sugli standard, incoraggia l’allevamento, visita regolarmente i canili degli equipaggi, organizza ogni anno gare per giudicare i soggetti migliori … La biodiversità ne uscirà arricchita dalla scomparsa di questo?

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