Piemonte: ostruzione con 5740 emendamenti contro la Caccia…
Sono 5740 gli emendamenti dell’opposizione regionale riguardanti la legge ripartenza, per evitare tra le altre cose, l’espansione altre i 50.000 ettari delle aree venatorie e la caccia alla pernice bianca.
Nel Ddl rilancio regionale “omnibus” 83/2020, provvedimenti prevedrebbero la caccia a 15 specie in più, che popolano anche le Alpi del Verbano Cusio Ossola. Già oggetto di polemiche da mesi, in il decreto rilancio piemontese è tornato in esame del consiglio regionale. Tra queste nuove misure troviamo la caccia alla pernice bianca e la lepre variabile, insieme a fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola e il merlo.
Tra le altre misure possibili ci sarebbero la diminuzione degli indumenti ad alta visibilità necessari alla caccia e l’aumento delle superfici delle aree venatorie oltre i 50.000 ettari che ora sono il tetto massimo ammissibile sul territorio. In molte di queste aree, suddivise in Atc, i cacciatori con le nuove normative si potrebbero muovere liberamente, da una all’altra, senza più avere un vincolo di un sola area di riferimento.
Misure promosse appunto, dalla giunta regionale, come necessarie al rilancio post covid19. All’assalto gli esponenti delle minoranze con la presentazione a ieri di 5.740 emendamenti per il decreto caccia e di tutti gli altri settori. A riguardo i disegni di legge venatori, i più recalcitranti sono gli esponenti di Legambiente Piemonte-Valle d’Aosta, che li descrivono come una ‘’deregulation’’ dell’intero settore.
Un freno all’utilizzo di questi strumenti è stato dato ieri in consiglio, con l’appello a un possibile contingentamento degli stessi utile, a detta di Lega, Fdi e Fi, per prevedere una ipotetica approvazione del decreto in tempi consoni.