Abruzzo: le richieste di modifica al Piano faunistico venatorio 2019-2023
Possibilità di scegliere i 90 giorni previsti per l’attività venatoria tra il periodo che va dal primo ottobre alla fine di dicembre con la possibilità di recuperare le giornate perse nel mese di gennaio per eventi climatici, rafforzamento della braccata abruzzese, riduzione delle zone non vocate, rispetto e mantenimento delle zone assegnate, avvio della braccata un’ora prima dell’alba, salvaguardia delle attività degli agricoltori arginando il numero degli animali selvatici, in primis i cinghiali, con abbattimenti anche in braccata classica.
Sono le richieste di modifica al Piano faunistico venatorio 2019-20123 che i capisquadra cinghialai d’Abruzzo hanno sottoposto all’assessore regionale all’Agricoltura Emanuele Imprudente, che li ha ricevuti giovedì scorso nella sede di Palazzo Silone, all’Aquila.
“Il nostro intento è quello di sponsorizzare la braccata abruzzese, la quale si differenzia da quelle praticate in altre regioni tanto da inventare la girata con cani abilitati”, spiega in una nota il portavoce dei cacciatori Dino Rossi, “la braccata abruzzese è da sempre in perfetta sintonia con l’ambiente e le specie protette, orgogliosi di riecheggiare nel nostro Abruzzo un importante attività di contenimento della specie cinghiale, mantenendo il giusto equilibrio tra tradizione e cinofilia, con la speranza che l’Ispra ne prenda atto favorevolmente della tipicità di questa nostra attività venatoria”.
“L’incontro si è attestato subito molto interessante, grazie alla piena apertura dell’assessore, disponibilissimo ad accogliere richieste e suggerimenti che i rappresentanti, delegati dagli iscritti a molte squadre e appartenenti ai vari Atc di tutta la regione Abruzzo, hanno a lui sottoposto”.
“L’assessore al termine dell’incontro, durato più di due ore, ha assicurato che valuterà attentamente le proposte nel pieno rispetto delle normative che è tenuto ad osservare è ha chiesto una strettissima e costante collaborazione tra gli interessati”, aggiunge Rossi.
“Chiaramente il gruppo di rappresentanza si è reso disponibile alla massima collaborazione tra gli Enti e le associazioni coinvolte, ribadendo però convintamente che la caccia classica, nobilissima arte che viene tramandata da generazioni, sia il migliore modo per esercitare questa passione e per garantire il rispetto dell’ambiente”.
Altro ed importante tassello ribadito in occasione dell’incontro è quello dello strettissimo legame tra il cacciatore e il cane, come affermato da Saverio De Iuliis, “è la simbiosi perfetta per poter praticare questa passione che si tramanda da generazioni in generazioni e fulcro dell’attività venatoria”.