Gli Uccelli come indicatori ecologici
L’esistenza di precise relazioni tra le caratteristiche delle comunità animali e quelle del territorio è ampiamente conosciuta e indagata in campo ecologico. Tra le comunità di animali selvatici, gli Uccelli risultano essere ottimi indicatori ecologici: esiste, infatti, un numero molto elevato di specie, tutte di facile contattabilità, che si ritrovano in tutti gli ambienti. Risultano quindi essere non solo un oggetto di protezione, ma anche un valido strumento di misura dello stato di salute del territorio, con applicazioni pratiche che vanno dalla pianificazione paesistica alla valutazione di impatto ambientale. Di qui l’importanza e l’utilità di indagini approfondite sull’avifauna.
Gli Uccelli sono stati più volte utilizzati come indicatori ecologici per valutazioni su larga scala della qualità ambientale e per la pianificazione dell’uso del territorio. Un’ulteriore prerogativa che li rende particolarmente adatti ad essere usati per questo scopo è l’elevata mobilità, che consente loro di rispondere in modo rapido a cambiamenti ambientali significativi.
Di massima importanza è anche lo studio della distribuzione delle popolazioni a diverse scale geografiche. La situazione regionale di una specie è infatti in genere il risultato di dinamiche complesse che coinvolgono più livelli: a scala locale, i cambiamenti nelle popolazioni non sono necessariamente in relazione con i mutamenti negli habitat. Così anche una marcata modificazione dell’habitat può non essere rilevata se l’indagine è circoscritta alla sola scala locale. Da qui, l’importanza di studi su larga scala (ad esempio, nazionale).
I dati raccolti in questo tipo di studi possono venire utilizzati in molti modi diversi, a seconda del particolare fenomeno su cui si desidera mettere l’accento. Per citare un caso di notevole importanza, gli enormi cambiamenti nell’uso del suolo verificatisi in Europa negli ultimi cinquant’anni hanno avuto un vasto impatto sull’ambiente naturale e sulle comunità di animali selvatici. Per fare un esempio classico, l’ambiente naturale ha subito nelle aree destinate all’agricoltura una drastica riduzione, sino alla sua totale scomparsa. Non essendo infatti mai stata applicata nei paesaggi agricoli una politica di gestione finalizzata alla tutela della biodiversità, come invece è accaduto nelle cosiddette “aree protette” istituzionalmente, negli ultimi cinquant’anni si è assistito ad una progressiva crisi delle specie legate a tale tipologia ambientale: ad esempio, delle 195 specie di Uccelli aventi oggi in Europa uno stato di conservazione sfavorevole, ben 116 sono specie tipiche dell’ambiente agricolo.
La maggior parte dei problemi di conservazione sono una conseguenza di cambiamenti nell’uso del suolo influenzati dalla politica dell’Unione Europea (EU), come la Common Agricultural Policy. L’impatto che tali cambiamenti hanno ed avranno sull’ambiente naturale deve essere attentamente monitorato dalla comunità scientifica e i risultati di tali studi devono quindi essere immediatamente resi disponibili alla classe politica e al pubblico.