Strage di berte minori sul Litorale Domitio
Le ipotesi: dall’inquinamento all’alga tossica
Da Concetta Formisano Mag 21, 2020
Strage di uccelli sul Litorale Domitio: da circa tre settimane, sul litorale casertano, si registra la morte di decine e decine di berte minori, uccello che si nutre di pesce azzurro. Numerosissime le segnalazioni del fenomeno, tra cui quella della Lipu Caserta, associazione che si occupa di preservare i volatili e di assisterli se feriti. È impossibile da stimare il numero totale delle berte minori vittima di questa strage da quando il fenomeno ha avuto inizio. Gli uccelli morti di cui abbiamo notizia sono quelli di cui il corpicino è stato ritrovato sulle spiagge del litorale domitio, ma molti di essi potrebbero essere finiti in mare.
Nonostante il fenomeno si sia ripresentato da relativamente poco tempo, non è assolutamente la prima volta che una moria del genere colpisce la costa casertana. Varie sono le ipotesi avanzate per spiegare il fenomeno: la prima potrebbe essere sicuramente quella che attribuisce la causa di queste stragi periodiche a inquinamento (perlopiù si parla della ripresa degli sversamenti dal Canale Agnena verso il mare) e microplastiche.
Un’altra delle ipotesi avanzate per spiegare le origini del fenomeno, invece, è quella riguardante un’ipotetica alga tossica che potrebbe fiorire proprio in questo periodo dell’anno ed essere letale per questi uccelli. Le berte minori la ingerirebbero e accumulerebbero cibandosi del pesce proveniente dai mari casertani.
Tre anni fa, a proposito di ciò, l’Istituto Zooprofilattico Meridionale ha effettuato un’indagine finalizzata a verificare se le berte minori analizzate fossero effettivamente morte per l’accumulo di biotossine, cosa che avvalorerebbe la tesi dell’alga tossica.
La berta minore, per di più, è una specie protetta e la sua popolazione è in declino poiché subisce i danni collaterali determinati dalle reti da pesca, dall’impatto antropico del turismo e dalla predazione dei nidi, in genere ricavati nelle rocce, da parte dei ratti. Proprio quest’ultimo fenomeno è quello più pericoloso per la sopravvivenza della specie.