L’unica sentinella dell’ambiente siamo noi Cacciatori e non gli ambientalisti…!!!
Ragioniamo in modo razionale e con un pò di realismo il serissimo problema che rappresentano le specie nocive, che sono sempre più numerose su tutta la penisola Italiana.
Questa vera e propria piaga è un dettaglio non trascurabile quando si parla di tutela ambientale e ripopolamento della nobile stanziale, in quanto esistono specie autoctone e alloctone che riproducendosi in modo molto più proficuo e numericamente superiore alle altre specie ne compromette seriamente sia l’habitat che la popolazione, basti pensare alle centinaia di migliaia di cornacchie grigie presenti in tutto il territorio, e a quello che sono in grado di fare.
Come sempre agli enti regionali sembra proprio non interessare risolvere
questo problema, quanto interessa invece imporre sempre più restrizioni “ridicole” al nostro calendario venatorio. Facciamo un pò di luce sulla situazione le specie più o meno nocive che attualmente arrecano seri danni alle nostre specie più debilitate, sono molteplici; inanzi tutto le varie specie di corvidi presenti ,come la cornacchia grigia i corvi e le taccole a cui si aggiungono le gazze e le ghiandaie, che sappiamo non disdegnano un nido incustodito se lo trovano.
A queste ci si deve aggiungere la caccia praticata dai vari rapaci maggiori, che all’occasione catturano pernici, lepri e conigli o i piccoli di questi. Aggiungiamoci ancora la volpe, e con essa martore e donnole che non dicono mai di no alle uova e ai piccoli animali. Ma non sono finite, vogliamo includere nella lista anche i cinghiali, ormai sempre più numerosi e affamati, che nel periodo secco sicuramente non si fanno scrupoli nel distruggere le nidiate delle pernici nei territori di montagna, e in certi casi questi si spingono sino alle campagne lavorate dall’uomo alla ricerca di cibo. Inoltre includiamo anche i sempre più numerosi gabbiani reali, che a quanto pare siano stati scovati a distruggere nidiate di quaglie e pernici da alcuni osservatori che ne studiavano lo strano comportamento. Aggiungo pure tra le specie nocive, la popolazione sempre più numerosa delle nutrie, che se pur non cibandosi di uova né di piccoli animali, essendo vegetariane, danneggiano comunque il territorio provocando seri danni e compromettendone l’integrità.
Ora proviamo a parlare delle possibili soluzioni, che penso siano sono sotto gli occhi di tutti, e oltretutto molto semplici, di certo non si deve attuare una selezione o una caccia ai rapaci o alle gazze o alle altre specie che infliggono i danni minori come le donnole e le martore , anche perché ovviamente, sono in numero sicuramente molto inferiore a quelle che sono le vere e proprie specie nocive. E proprio per queste che si dovrebbero attuare dei Piani di Abbattimento seri e numericamente importanti sufficienti a decimare queste specie nocive.
Le leggi regionali devono essere modificate, affinché ci si possa muovere per autorizzare le cacce ai nocivi in periodo estivo, rilasciando autorizzazioni nelle varie provincie a dei cacciatori “professionisti” per incaricarsi dei Piani di Abbattimento.
Non solo, integrare la cornacchia alle specie cacciabili nei giorni della
preapertura alla tortora, Non solo la caccia alla volpe dovrebbe essere prolungata e seguita anche dagli enti forestali, per l’interesse dell’ambiente poiché queste in certe zone dove si sono riprodotte a dismisura arrecano serissimi danni, il ché è tutto dire, sulla gravità della situazione.
I cinghiali; la caccia già pienamente diffusa in tutta la Sardegna, sicuramente ne riduce il numero durante la stessa stagione venatoria ,ma la dove non si può cacciare la situazione è sicuramente diversa, il ché porterebbe a pensare che una leggera selezione o cattura non sarebbe male. Arriviamo alle specie forse più interessanti, nutria e gabbiano reale, io
penso che queste ultime integrarle tra le specie cacciabili non sarebbe
affatto sbagliato, anzi sarebbe una cosa da fare, e anche con una certa
priorità, se non vogliamo (specialmente nel caso della nutria) che queste compromettano irreparabilmente il territorio. Adesso, aspettare che le leggi vengano modificate, per lungimiranza di chi dovrebbe essere incaricato di occuparsi dei problemi in materia ambientale, o attivarci noi cacciatori e muoverci sempre più forti e decisi per fare qualcosa per il nostro territorio e per le nostre specie stanziali???
Questa è la domanda da porsi e su cui si deve riflettere, e capire che se non ci pensiamo noi Cacciatori alla tutela dell’ambiente e del nostro territorio non lo farà nessun altro, rievocando il famoso detto “chi fa da sé fa per tre”,
e di far capire una volta per tutte , all’opinione pubblica che la vera e unica sentinella dell’ambiente siamo noi CACCIATORI e non gli ambientalisti !!!