“Covid-19, cambia anche la gestione faunistica”

Viterbo – (dan.ca.) – Il Covid-19 e le sue ricadute sulla gestione faunistica. “Le misure adottate dal governo italiano per il contrasto dell’epidemia di Covid-19 – spiega infatti Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – hanno dirette ricadute sulla gestione faunistica, soprattutto su quelle che prevedono la partecipazione di numerosi volontari, ad esempio i conteggi di ungulati o galliformi. Di conseguenza, se le norme restrittive alla mobilità delle persone fisiche e all’aggregazione delle stesse per motivi non professionali dovessero rendere impossibile la realizzazione di conteggi o stime di popolazione, l’Istituto adotterà, in via del tutto eccezionale e limitatamente alla stagione venatoria 2020-21, procedure alternative per la valutazione dei piani di prelievo di cervidi, bovidi e galliformi”.

“Sarà comunque necessaria – prosegue l’Ispra – una dichiarazione dell’amministrazione richiedente nella quale vengano riportate le motivazioni che hanno impedito lo svolgimento delle attività, citando i provvedimenti governativi, i metodi che si sarebbero utilizzati mancanza di restrizioni e i periodi nei quali erano programmati i conteggi, facendo riferimento alle date utilizzate nella stagione 2019”.

Per quanto riguarda il monitoraggio delle specie, l’Ispra, in attesa anche dei possibili nuovi provvedimenti del governo, fornisce delle indicazioni, suddividendole per specie.

Cinghiale
“In merito a un corretto monitoraggio delle popolazioni di cinghiali, si ribadisce la necessità e l’utilità di raccogliere dati sia sugli interventi di prelievo (in caccia, con qualunque tecnica, e in controllo), sia sui cinghiali abbattuti durante tali azioni in tutti gli Istituti presenti sul territorio. Le informazioni sull’entità dello sforzo di abbattimento realizzato (per esempio numero di braccata realizzate, numero di cacciatori coinvolti, numero di cani utilizzati, numero di uscite in selezione effettuate, numero di gabbie attive, georeferenziazione delle azioni realizzate etc.) e sugli animali abbattuti (p.e. sesso, età –almeno se l’animale ha più o meno di 1 anno d’età– e peso; georeferenziazione degli abbattimenti) appaiono essenziali per avere un quadro più completo sulla distribuzione dei cinghiali sul territorio e permettono  una valutazione più articolata sia del fenomeno degli impatti causati dalla specie, sia dell’efficacia della programmazione gestionale intrapresa, in termini di prelievo venatorio e di attività di controllo adottate. Si rimanda alle Linee guida per la gestione del cinghiale (Monaco et al., 2003) per una descrizione esaustiva delle modalità di raccolta e analisi dei dati.

Ciò premesso, si evidenzia che i piani di prelievo per la caccia di selezione al cinghiale non possono essere in alcun modo basati sui risultati dei conteggi primaverili da punti fissi (o vantaggiosi), o di eventuali altri  metodi (per esempio battute, conteggi al faro, fototrappolaggio) a cui si applicano tecniche di analisi non sufficientemente robuste e che non assicurano la definizione di indicazioni attendibili sull’andamento delle presenze. In generale, quindi, vista la difficoltà di poter procedere a censimenti affidabili di questa specie, si ritiene accettabile, da un punto di vista tecnico, che i piani di prelievo siano definiti sulla base dei:

1) dati di abbattimento (in caccia e controllo) della precedente stagione;

2) dati sull’entità e la distribuzione degli impatti causati dalla specie (danni all’agricoltura, incidenti stradali, impatti sulla biodiversità), in relazione agli obiettivi gestionali.

Pertanto, non essendo i conteggi primaverili essenziali alla definizione dei Piani di prelievo selettivi del Cinghiale, da un punto di vista tecnico, la loro mancata realizzazione non rappresenta un limite né per la stesura dei piani di prelievo strutturati per classi di sesso ed età, né per la loro successiva valutazione da parte di Ispra”.

Cervidi e Bovidi
“In merito alle popolazioni delle specie selvatiche appartenenti a questi taxa e sottoposte a prelievo in selezione si evidenzia che, nell’espressione dei pareri relativi ai piani di prelievo proposti stagionalmente, Ispra valuta principalmente tre parametri:

1) conteggi diretti o stime con metodi campionari delle popolazioni oggetto del prelievo (cfr. “Linee Guida per la gestione degli ungulati: cervidi e bovidi” prodotto da questo Istituto) al fine di valutare l’andamento della popolazione almeno negli ultimi 5 anni (attraverso il calcolo dell’incremento utile annuo) e la struttura della popolazione presente;

2) realizzazione del piano precedente, valutando quanto questo si sia discostato nel valore complessivo e nella struttura da quanto proposto; si evidenzia che i piani realizzati possono essere indicativi sia dello sforzo effettivamente realizzabile sia della popolazione effettivamente presente sul territorio;

3) obiettivi gestionali eventualmente definiti per la specifica unità territoriale (ad esempio aree non vocate).

Nell’impossibilità da parte degli enti gestori di realizzare alcune attività di monitoraggio in conseguenza dei divieti derivanti dai provvedimenti legislativi in vigore per il contrasto all’epidemia di Covid-19 e da quelli che eventualmente entreranno in vigore nel prossimo futuro, questo Istituto esprimerà i propri pareri tenendo conto della serie storica dei risultati della gestione venatoria realizzata negli ultimi 5 anni (conteggi, piani di prelievo proposti, prelievi realizzati) e degli obiettivi gestionali previsti per i singoli distretti o settori di gestione. Si invitano pertanto le amministrazioni a formulare le eventuali richieste di parere allegando le informazioni sopra evidenziate e corredate della cartografia in formato shapefile (.shp) dei distretti di gestione.

Ciò detto si evidenzia che le disposizioni attuali in merito alla mobilità ed all’aggregazione delle persone fisiche, essendo in vigore fino al 3 aprile, non appaiono pregiudicare per ora le attività di conteggio con il metodo del block census, usualmente utilizzato per il camoscio.

Inoltre, per quanto riguarda il cervo ed il capriolo, si ritiene che il metodo dei conteggi notturni con il faro (cfr. “Linee guida” sopra menzionate) effettuato da personale di Istituto (polizia provinciale, tecnici degli Atc/Ca, liberi professionisti, dipendenti di amministrazioni pubbliche o private), potrebbe essere una valida alternativa, ove applicabile, per la determinazione di un numero minimo certo delle popolazioni di queste specie.

Infine, si evidenzia che potranno essere altresì prese in considerazione informazioni desunte con metodi alternativi (uso delle foto trappole, pellet group count, distance sampling associato a termografia a infrarossi, indici biometrici della popolazione, ecc.), insieme ai dati pregressi della gestione venatoria, per la valutazione dei piani di prelievo proposti.

Coturnice, pernice sarda e fagiano di monte
La gestione sostenibile di queste specie è basata sul monitoraggio primaverile delle popolazioni (con il metodo del playback o dell’ascolto passivo) e con la verifica del successo riproduttivo in tarda estate (con l’ausilio dei cani da ferma), pertanto in mancanza di tali informazioni per l’anno in corso, si ritiene opportuno escludere coturnice, pernice sarda e fagiano di monte dal prelievo nella stagione venatoria 2020-21. Qualora siano disponibili esclusivamente i dati riguardanti il monitoraggio tardo estivo, sarà possibile richiedere il parere per piani di prelievo formulati in base al numero minimo certo degli animali contattati in ogni distretto di gestione.

Deroghe ai provvedimenti per contrasto del Covid-19 e mobilità delle persone fisiche per prelievo venatorio ed attività di controllo della fauna selvatica.

In relazione alla possibilità di procedere con gli abbattimenti selettivi o gli interventi di controllo, si evidenzia che eventuali valutazioni in merito all’opportunità di proseguire con tali attività in questo periodo non rientrano tra le competenze di questo Istituto”.

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