Lombardia: I “roccoli” Rolfi chiede le deroghe
“La richiesta di deroga per le catture è una notizia che ci fa molto piacere e per cui ringraziamo l’Assessore Rolfi, al quale va anche l’apprezzamento per aver risolto il nodo addestramento cani, che si aggiunge alle altre deroghe sottoposte a ISPRA -commenta Lorenzo Bertacchi, Presidente di Federcaccia Lombardia-. I roccoli rappresentano un patrimonio paesaggistico e culturale inestimabile e la loro apertura sarebbe fondamentale per la loro conservazione. Speriamo che la richiesta si possa concretizzare con una delibera, ma molto dipenderà dal parere di ISPRA e dall’esito della causa dinanzi al TAR Milano sulla delibera del 2019, la cui decisione dovrebbe arrivare per agosto”.
“La Regione Lombardia ha inoltrato la richiesta di deroga all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale per il controllo di storno, fringuello e piccione, nonché la deroga per la cattura di tordo bottaccio, tordo sassello, cesena e merlo”. Lo ha annunciato l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi. L’iniziativa è stata condivisa con le associazioni venatorie lombarde. “Intendo dare nuovo slancio al tema per superare le note resistenze di Ispra alla concessione di deroghe, comunque previste anche dalla normativa europea. Abbiamo apportato studi scientifici e numeri per sostenere e motivare la nostra richiesta”.
“Anche per la prossima stagione venatoria vogliamo attivare la procedura di deroga della Direttiva Uccelli per consentire la cattura di esemplari delle specie Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena e Merlo da cedere ai cacciatori come richiami vivi per la caccia da appostamento, per consentire, in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo, la cattura di determinati uccelli in piccole quantità per un periodo ben definito della stagione venatoria, in impianti di cattura pre-individuati quanto a numero e ubicazione territoriale ed espressamente autorizzati dalla Regione, su quantitativi prefissati di uccelli catturabili per ciascuna specie, a opera di soggetti abilitati e con modalità sottoposte a controlli da parte dei soggetti competenti” ha aggiunto l’assessore.
L’autorizzazione a catturare un adeguato numero di richiami vivi può costituire un valido contrasto a fenomeni di bracconaggio evidenziati anche nel Piano d’azione nazionale. La “non standardizzazione” dell’allevamento delle specie appartenenti alla famiglia dei Turdidi, di fatto non consente di quantificare le performance riproduttive (numero di uova deposte in una stagione, percentuale di schiusa, percentuale di pulli svezzati e percentuale di sopravvivenza post svezzamento), rendendo quindi difficilmente praticabile l’allevamento amatoriale e professionale.