Sorico: Invasione di cervi la rabbia degli agricoltori troppi danni
Parlano Martina e Matteo due giovani del settore che vorrebbero portare avanti l’attività di famiglia ma non hanno aiuti.
E’ ora di cancellare un pò di stereotipi: Martina Barri e Matteo Sciaini che ci hanno fornito la loro testimonianza e i video e le foto dei cervi (nelle zone di Sorico e Ponte del Passo) sono due giovani che hanno studiato per lavorare nel ramo dell’agricoltura e dell’allevamento. Lei laureata in Scienze e Produzioni Animali ( con un’esperienza lavorativa anche in Canada), lui studia all’Istituto Agrario. Entrambi lavorano nelle aziende di famiglia, quelle costruite con l’impegno e la fatica di una vita e che le nuove generazioni, come Martina e Matteo, vorrebbero portare avanti.
«La quarantena e il coronavirus non c’entrano con l’invasione dei cervi e dei cinghiali: non bisogna confondere la natura che si riappropria di spazi perduti, con questi branchi che devastano coltivazioni e arrivano sulle strade e vicino alle stalle, oramai, ci dice Martina, da 10 anni».
«I cervi ci sono sempre stati , continua Martina, ma nell’ordine di una ventina, trenta al massimo e con il caldo salivano in montagna e poi d’inverno tornavano giù ma quando i terreni erano fermi e non creavano grossi problemi. Adesso saranno dieci anni che non se ne vanno più e sono aumentati a dismisura, perchè piantiamo mais e erbai in autunno, e quindi rovinano il raccolto e poi anche il mais. Ogni anno sono sempre di più. I cinghiali sono appena arrivati, o almeno io personalmente non li ho ancora visti , ma so che ci sono per via delle tracce. I cervi, invece, sono più di 300! Da 5 anni tiriamo fili della corrente per salvare quello che piantiamo. Chi non fa così a settembre non ha neanche una pannocchia nel campo. Succede che si incrociano tra di loro e a causa della consanguineità non sono animali sani, nascono con malattie. E noi che siamo un’azienda con 40 vacche, per intenderci, abbiamo perdite di 20mila e rotti euro all’anno! Tutti gli anni rendicontiamo alla riserva dell’Oasi del Pian di Spagna il conto dei danni ma nessuno ci ripaga!» La latteria di Delebio, dove lavora il padre di Martina, ha fatto tante battaglie per risolvere questa situazione. «I cervi, continua Martina, portano anche malattie per la consanguineità e attaccano batteri e malattie anche ai bovini. La neo spora, è un batterio che deriva dalle feci e se le vacche mangiano l’erba si infettano e causa aborti continui nei bovini e lo trasmetteranno anche ai vitelli tramite la placenta. Due anni fa la riserva aveva scritto che avrebbe dato un tot di soldi a chi invece di tagliare il prato, avesse lasciato incolto il terreno per lasciare da mangiare ai cervi, in base agli ettari…per fortuna nessuno lo ha fatto perchè il cervo non è stupido: cosa potrebbe mangiare in un terreno incolto?. In riserva ci sono dottori e laureati… che dovrebbero sapere bene ciò di cui parlano..»
Lo sfogo di Matteo
Matteo Sciaini, racconta invece la sua situazione tramite un post di facebook:
«Questa mattina, come mi era già successo l’altro ieri, ho potuto vedere un cinghiale (bello grosso) nel prato di mia nonna davanti alla stalla della stessa. Perché oltre ai 300 cervi che pascolano tranquillamente nei prati, non lasciandoci il fieno per le bovine, i cinghiali distruggono i prati nel vero senso della parola, lasciando tracce molto pesanti, come se fosse passato un escavatore. Già era successo quest’inverno, e prima che fossero abbattuti (o così almeno ci era stato detto) c’è dovuto passare diverso tempo. E i danni li ho dovuti sistemare IO, girando tutti i prati con un badile, senza ricevere il sostegno da chi di competenza. Ma adesso la situazione potrebbe diventare di sicuro peggiore, nei prati sta crescendo il fieno e i campi sono pronti per la semina. Chiedo solamente l’intervento delle persone che hanno la competenza il prima possibile. Altrimenti per la prossima stagione invernale non avremo fieno a sufficienza, e quel poco i nostri animali non lo mangeranno perché sporco di deiezioni e pieno di terra. Oltre a questo anche i macchinari ricevono danni dai prati rovinati. Vorrei che qualcuno capisse anche che in questi pomeriggi verso le 16 un bel gruppo di cervi esce dal cariceto in gran velocità, e io non ho mai visto nessuna persona girare in queste zone, come suppone la polizia locale. Secondo me sono i cinghiali che fanno scappare i cervi al pomeriggio, mettendo a rischio anche la vita degli automobilisti che percorrono il rettilineo Ponte del Passo – Nuova Olonio, e potendo magari rallentare anche i mezzi di soccorso, però questa è solo una mia ipotesi. Per ultima cosa vorrei dire che io sto finendo di frequentare la classe quarta di un istituto agrario, e l’anno prossimo frequenterò l’ultimo anno. Dopodiché non so cosa mi aspetterà, ma sono quasi certo che in queste condizioni non potrò realizzare il mio sogno di continuare con l’azienda di famiglia, perché fare una vita essendo arrabbiato dalla mattina alla sera non mi affascina per niente. Detto ciò buona giornata a tutti quelli che hanno avuto la voglia di leggere il mio sfogo».
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