Pesca ukai con il cormorano
In alcune regioni del mondo, la pesca non prevede la fabbricazione di particolari strumenti come canne, ami e lenze, ma una sorta di simbiosi con un particolare predatore pennuto: il cormorano. Tutto ciò che serve è una barca, una corda di canapa, un cormorano e un paio di anni di tempo per addestrarlo.
La pesca con il cormorano ha radici antichissime: la prima descrizione di questo metodo di pesca risale all’antica opera giapponese “Il Libro di Sui“, completata nel 636 d.C.. La pesca con il cormorano fu praticata in molte regioni del mondo (Cina, Corea, Giappone, Grecia e, per circa un secolo, anche in Francia e in Inghilterra) come metodo relativamente produttivo per ottenere pesce di fiume in quantità tali da soddisfare le necessità di un nucleo familiare e generare un piccolo surplus alimentare.
La pesca con il cormorano è una tradizione con radici antichissime in Grecia e in Macedonia, specialmente sul lago Dorian che delimita il confine tra i due paesi. Tra il XVI e il XVII secolo fu praticata anche in Inghilterra e in Francia seguendo un metodo molto simile a quello impiegato in Cina e in Giappone, ma con origini indipendenti dalle tecniche orientali e apparentemente connesse alla falconeria.
In Giappone, la pesca con il cormorano viene chiamata ukai. Oggi come in passato, la pesca con il cormorano è praticata in 13 città tra le quali c’è Gifu, comunità-simbolo della pesca con il cormorano sul fiume Nagara . La pesca ukai era molto popolare durante il periodi Heian e Edo e veniva patrocinata dai governatori locali per catturare il pesce da donare alla famiglia imperiale.
La pesca ukai ha raggiunto in Giappone un livello decisamente raffinato, soprattutto per la sua tradizione storica di oltre 1300 anni.
Come addestrare un cormorano
Nella pesca con il cormorano praticata in Asia sono impiegate quattro specie differenti di cormorano marino (in particolare il Phalacrocorax capillatus in Giappone e il Phalacrocorax carbo in Cina), più grosse dei loro parenti di fiume e in grado di trasportare maggiori quantità di pesce. Le specie di cormorano impiegate nella pesca sono inoltre dotate di una resistenza superiore, di un’indole più docile, tendono a non competere tra loro per il cibo e sono facilmente catturabili.
Controllare un cormorano non è un’impresa semplice: i pescatori legano una sottile corda (o un anello metallico) attorno alla gola dell’animale per evitare che possa ingoiare il pesce più grosso ma riesca ad inghiottire quello più piccolo; in questo modo si mantiene sazio il volatile e si evita che il pescato più consistente venga ingerito dall’animale.
Dopo che il cormorano ha ingurgitato una quantità sufficiente di pesce, il pescatore lo riporta alla barca servendosi di una corda e costringe il volatile a rilasciare il pescato.
I cormorani in corso di addestramento vengono spesso tenuti fuori dalla gabbia e accuditi amorevolmente dai proprietari, per fare in modo che si abituino alla presenza umana. Ogni mattino, i pescatori li portano al fiume a fare il bagno, tenendoli a bada con una corda di canapa legata attorno al collo.
Occorrono quasi tre anni per addestrare un cormorano marino selvatico, periodo durante il quale viene nutrito con pesce d’acqua dolce mai pescato da lui. Inizierà la sua attività di pescatore solo quando avrà imparato da altri cormorani più esperti le operazioni da eseguire per catturare il pesce.
A Gifu, Giappone, la pesca con il cormorano è un’attività quotidiana per circa cinque mesi all’anno. Un gruppo di pescatori seleziona ogni giorno una dozzina uccelli in salute e li lega a corde di canapa in base alla sequenza con cui verranno impiegati per la pesca.
La pesca col cormorano giapponese si svolge durante la notte. L’attività inizia intorno alle 19.30: 3-6 pescatori, accompagnati dai cormorani selezionati, escono in barca illuminando il fiume con torce di legno di pino. Il gruppo di pesca è composto da un mastro pescatore, dal suo aiutante (nakanori, o “rematore al centro”), da un pilota (tomonori, “rematore di prua”) e da uno o più assistenti.
Ad un comando dei pescatori, i cormorani si lanciano in acqua e iniziano a nuotare spingendosi con le zampe. Un cormorano può raggiungere diverse decine di metri di profondità, anche se la pesca ukai si svolge generalmente in acque dolci poco profonde.
Ogni cormorano si nutre di circa 750 grammi di pesce al giorno e può tornare dai pescatori con 5-6 pesci dopo ogni tuffo. Le corde a cui sono assicurati i cormorani sono resistenti, ma non al punto da essere indistruttibili: se una corda si dovesse impigliare sul fondale, il pescatore deve essere in grado di tagliarla per evitare l’annegamento dell’uccello.
Oggi, la pesca con il cormorano giapponese è rigidamente regolamentata e solo poche persone sono autorizzate a praticarla. Solo i membri delle famiglie di pescatori possono ereditare l’autorizzazione, che viene passata da padre in figlio.