La passione per la Caccia rafforza le Amicizie
Questa è la storia di tre amici.
Ricordo tutto di quel giorno.
La sveglia doveva suonare alle h 03:00 per prepararmi alla parten-za con due miei amici, ma ero tanto emozionato che non aspettai l’ora-rio prestabilito.
Mentre le mogli e i figli dormivano, sereni tra le coperte calde, la casa era avvolta dal calore e dal profumo del mattino che ognuno riconosceva nella propria famiglia, la caffettiera iniziava a brontolare, anche se in case diverse, noi tre vivevamo le stesse emozioni e davanti ai vetri un po’ appannati della finestra, sorseggiavamo il caffè caldo, osservando fuori il paesaggio cittadino, immerso nel freddo e nel silenzio. Gli alberi, ormai spogli offrivano uno spettacolo incredibile e la mente percorreva la giornata che doveva venire, immaginando emozioni in-credibili, consapevoli che era la propria famiglia ad aspettarli al loro rientro qualunque sia stato il loro risultato.
Come sempre, a disprezzo del freddo e della lunga giornata che ci attendeva, partivamo in piena notte per raggiungere la squadra, che ci aspettava a circa 300 km. Mi sembrava di stare in un sogno, eravamo tre amici partiti da Latina per una battuta di caccia al cinghiale in Toscana. E’ lì che ho incarnierato il mio primo cinghiale. In macchina, subito i toni si fecero piacevoli, ricordando i momenti emozionanti trascorsi insieme a caccia in Argentina, Romania etc.… Scherzando in armonia.
Il mio amico Franco Di Meo, in auto durante il viaggio raccontava all’altro amico comune Vincenzo Olleia che la passione per la caccia la sentiva come l’adrenalina che scorre nelle vene, dalla quale non riusciva mai a liberarsi, queste sono più o meno le parole che ricordo.
Ci fermammo al solito bar a fare colazione con il sorriso stampato sul volto, uno offrì la colazione, tra amici si fa così, queste cose si fanno con piacere e tutti sono li per divertirsi, la positività era talmente contagiosa che anche i baristi, stanchi della lunga notte di lavoro, ritrovarono qualche momento di energia accennando un seppur breve sorriso. Ricolmi di passione arrivammo al punto di ritrovo, il capocaccia come sempre ci accolse sorridente e dopo vari convenevoli, insieme, ripercorremmo le istruzioni di sicurezza, testando la radio, ci preparammo e partimmo per le poste. Iniziò la battuta e quando il guaire dei cani sulla preda si avvicinava, il cuore di noi tre amici saltava di gioia e le mani inizia-vano a tremare, gli occhi, scruta-vano ogni movimento, aspettano l’attimo in cui il selvatico poteva apparire, mentre le ore, a nostra insaputa, scorrevano incontrollate. Era pomeriggio quando gli occhi si facevano pesanti e la stanchezza inizia a farsi sentire, l’adrenalina si dileguava e la mente oramai appagata, pensava piacevolmente al ritorno a casa, al sorriso dei figli e agli occhi della propria moglie. Ma all’improvviso, i cani ripresero l’usta del cinghiale e tornarono a battere la preda spingendola verso le poste, l’adrenalina tornava a scorrere, il cuore a battere più forte nel petto. Noi pensavano che potesse essere il momento giusto, infatti, dopo un lungo inseguimento final-mente sferrai due colpi dove uno fu fatale per la preda, era il mio primo cinghiale. Noi tre, soddisfatti e sorridenti iniziammo a congratularci, che ovviamente emozionato, accolsi con piacere. Al rientro alla casa di caccia suonava come un evento, il capocaccia si congratulava con il fortunato e con il resto del gruppo, i tre amici ricambiarono con pia-cere, riconoscenti del fatto che senza i conduttori e senza i cani, non sarebbe stato possibile alcunché. Si sa benissimo che queste persone de-dicano il loro tempo a rendere possibili queste battute, a tener vive queste emozioni, a tenere accesa la passione per la caccia, la quale rende amici, insegna il valore dell’etica, della famiglia, della riconoscenza e del rispetto verso gli uomini e verso la natura. Così che grazie alla passione per la caccia, rafforzammo il nostro legame e l’amicizia familiare, tanto da scegliere i miei amici come padrini di battesimo della mia ultima figlia. Questo è lo spirito giusto, sicuramente la giusta mentalità che dovremmo avere, per avere quell’affiatamento, amicizia, che porti quelle emozioni che la caccia lascia dentro di se.
Gianni Corsetti – Presidente Nazionale Italcaccia