Belluno: Carta ittica, la Provincia ha ultimato la stesura
Il documento si concentra sulla valorizzazione dell’attività di pesca e sulla conservazione delle eccellenze faunistiche presenti nei corsi d’acqua del Bellunese, con particolare attenzione all’ambiente naturale.
Un documento che si concentra sulla valorizzazione dell’attività di pesca e sulla conservazione delle eccellenze faunistiche presenti nei corsi d’acqua del Bellunese, con particolare attenzione all’ambiente naturale. Stiamo parlando della carta ittica, con cui la Provincia di Belluno partecipa alla pianificazione regionale in materia di gestione della pesca. La stesura si è conclusa oggi, giovedì 26 marzo, e nel documento, di fatto, si sottolinea la specificità e la qualità della gestione provinciale in materia, portata avanti per anni fino all’entrata in vigore della legge regionale 30/2018, che riordina e rialloca alla Regione alcune delle funzioni non fondamentali delle Province, tra cui caccia e pesca.
Il percorso per arrivare alla stesura della carta era cominciato nel novembre 2019 con la condivisione di tutti i bacini di pesca, portatori d’interesse del territorio; e con la consulenza del biologo Marco Zanetti (incaricato dalla Regione Veneto per la pianificazione regionale dell’attività alieutica). La carta ittica prodotta dalla Provincia di Belluno avrà una validità di 10 anni ed entrerà come contributo nel piano regionale della pesca. Al momento, per le difficoltà connesse all’emergenza sanitaria, è stata approvata ufficialmente con un atto del presidente Roberto Padrin, in modo da rispettare le urgenze dell’amministrazione regionale. Nei prossimi mesi verrà ratificata con delibera del consiglio provinciale.
«Abbiamo impostato il lavoro su due obiettivi principali», spiega il consigliere provinciale Franco De Bon. «Conservare le nostre eccellenze faunistiche, specialmente la trota marmorata; e valorizzare l’attività alieutica, che nel nostro territorio ha anche aspetti economici, come ad esempio la filiera del turismo. Questi due obiettivi si sviluppano in varie azioni: dal mantenimento e miglioramento dell’habitat della fauna ittica, attraverso interventi di rinaturalizzazione; al controllo mirato dei predatori ittiofagi; fino alla valorizzazione degli impianti ittiogenici che la Provincia ha a Bolzano Bellunese e Tomo. Abbiamo pensato anche ad alcune forme innovative di gestione e prelievo della marmorata, attraverso la formazione specifica dei pescatori e la trasmissione informatica dei dati delle catture, con georeferenziazione. È una sfida ambiziosa, visto che in altre zone il prelievo della marmorata non è possibile: ma abbiamo i mezzi per farlo. Abbiamo inoltre effettuato la ricognizione dei corsi d’acqua e la zonizzazione delle aree dove fare accrescimento e tutela della specie, con l’obbligo di destinare il 10 per cento delle acque di tutti i bacini a zone in cui non si può fare il prelievo. Direi che questo è uno dei valori aggiunti della carta ittica: una bella indicazione che diamo a livello ambientale».
Soddisfatti della carta ittica gli “utenti” del provvedimento. «I pescatori sono contenti di aver potuto partecipare alla formazione di questo nuovo documento, che rappresenta un esercizio di autonomia», afferma Filippo Sitran, presidente della Federazione dei bacini di pesca della provincia di Belluno. «È stato un percorso intenso, fatto di incontri e analisi sul territorio. Siamo convinti che si sia fatto un bel lavoro. Abbiamo cercato di essere propositivi come pescatori, specialmente sulle specie protette, come la marmorata e il luccio». Le due specie in questione non sono pescabili in altre zone; a Belluno sì, con una serie di accorgimenti limitativi, tra cui la formazione dei pescatori.
«Siamo convinti di poter fare una gestione diversa da quella proposta dalla Regione, perché abbiamo una storicità di gestione diversa – continua Filippo Sitran -. Sappiamo che il territorio ha delle eccellenze, e proprio per questo abbiamo proposto la soluzione giusta e praticabile per gestirle al meglio: il prelievo di queste specie verrà basato su dati e analisi, sullo stato di salute e sulla presenza effettiva nei corsi d’acqua. Quella della formazione del pescatore è una novità assoluta. Conoscenza e preparazione sono fondamentali nella gestione della biodiversità».
«Ringrazio il dottor Zanetti e i rappresentanti dei bacini di pesca che hanno condiviso tutto il percorso, con contributi attivi e propositivi», conclude Franco De Bon. «Questa carta ittica è il riconoscimento della nostra specificità e insieme l’adeguamento di alcune norme vincolistiche, con le valutazioni di incidenza ambientale che come Provincia abbiamo sempre fatto, anche in passato. Ringrazio anche gli uffici di Palazzo Piloni, che pur in una situazione di costante emergenza per la carenza di personale hanno svolto un lavoro egregio».
Anche il presidente Roberto Padrin si unisce al ringraziamento. E lancia la proposta: «Stiamo valutando la possibilità per i bacini di pesca di sospendere il pagamento del canone annuo. Lo scorso anno ci sono stati gli effetti di Vaia, con la riduzione notevole della possibilità di pescare. Quest’anno c’è l’emergenza coronavirus. Credo possa essere un segnale propositivo che la Provincia può dare, nella speranza che presto potremo tornare tutti alle nostre normali attività».