Rosina la Beccaccia
Qualche giorno fa decisi di fare una passeggiata all’interno del Casale per vedere se erano arrivate le beccacce che di solito svernano da noi.
Ai confini del casale, sotto il boschetto di faggi e larici lo spesso strato di fogliame marcio andava a formare ampie chiazze gialle, dove l’humus del terreno è ben grasso e pieno di vita, ed i morbidi pantani consentono alla beccaccia di pasturare anche quando la temperatura scende sotto lo zero.
Camminando, mi avvicinai ad uno spinaio di rosa canina e proprio in quell’istante uno sbattere d’ala leggero, raccolto, quasi impercettibile mi mostrò la beccaccia in tutta la sua bellezza alzarsi a candela da un cespuglio di more lì vicino e, scartando gli alberi del boschetto, dirigersi verso la vallata, allo scoperto.
La beccaccia continuò a volare verso lo stagno del casale contornato dagli ontani ormai spogli.
Mi avviai verso il luogo dove pensavo che si fosse andata a rimettere, ma, a sorpresa, la vidi volare sorniona e senza fretta verso di me come per salutarmi, e poi d’un tratto, scartare a sinistra e seguire lo sviluppo della valle. La seguii per un po’ con lo sguardo e la vidi sparire a più di duecento metri da me, dietro un groviglio di spinai vari.
Quella beccaccia la conosco bene, l’ho chiamata Rosina, ci viene a trovare ogni anno, è come uno spirito libero del bosco che a volte incontro nelle giornate fredde passeggiando nei pressi del boschetto del casale.