Valle d’Aosta: la Lega chiede di aprire la caccia allo stambecco «Va contrastato il prolificare della specie»
Il consigliere regionale Ganis: «Popolazione ormai abbondante, gestione venatoria possibile». In Provincia di Bolzano è già così»
di Floriana Rullo – «Riaprire la caccia allo stambecco». È la richiesta fatta attraverso una mozione della Lega al governo regionale della Valle d’Aosta per contrastare il prolificare della specie in aumento sulle montagne valdostane. Un modo per «mettere in atto ogni azione utile per una gestione venatoria della specie Capra Ibex (stambecco)».
A firmare la mozione il consigliere regionale Christian Ganis che l’ha portata all’ordine del giorno della seduta del Consiglio prevista per l’8 e il 9 maggio. La mozione prende in esame «le osservazioni alla bozza di Piano regionale faunistico venatorio del Comitato regionale per la gestione venatoria dove si esprime parere favorevole ad una possibile gestione venatoria della specie stambecco in quanto la popolazione e l’omogeneità territoriale hanno raggiunto livelli tali da non compromettere la salvaguardia della specie». In questo senso, la bozza del piano, «al capitolo 4, paragrafo 1.6, prevede la proposta di una possibile gestione dello stambecco in Valle d’Aosta».
La mozione considera un documento promosso dall’Unione nazionale cacciatori zona alpi (Uncza) denominato Progetto Stambecco «che raccoglie tutti gli studi promossi negli ultimi anni» sul tema. Emerge, si legge, «come lo stambecco sia una specie ormai ampiamente diffusa sull’arco alpino, dove sono stati censiti più di 50 mila capi dei quali ben 15 mila sul versante italiano, numeri che giustificano l’avvio di una gestione anche venatoria della specie».
Il gruppo Lega scrive inoltre che «gli Stati membri possono adottare misure di sfruttamento purché sempre compatibili con un suo stato di conservazione soddisfacente, attraverso l’introduzione di piani di gestione» perché «a livello europeo, secondo la direttiva Habitat lo stambecco è, al pari del camoscio alpino, ‘specie di interesse comunitario il cui prelievo nella natura ed il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione».
Questa direttiva, si legge ancora nella mozione, è recepita con un regolamento di attuazione (Dpr 357/97), che «elenca lo stambecco tra le specie di interesse comunitario il cui sfruttamento potrebbe essere oggetto di misure di gestione». Tuttavia «la legge 157/92 non lo elenca ancora fra le specie cacciabili ma nemmeno fra quelle particolarmente protette».
Lo stambecco, prosegue il gruppo Lega, «è oggetto di prelievo venatorio da tempo da parte di altri Stati dell’arco alpino» ed «è cacciato ormai da alcuni anni nella Provincia di Bolzano così come previsto dal Decreto del presidente della Provincia n. 12458/2022 contenente il Piano di gestione dello stambecco 2022-26».
Inoltre «l’Ispra (allora Infs) ancora nel 2004, e poi anche in seguito, aveva prodotto, su richiesta dell’Unione nazionale cacciatori della zona Alpi, un parere circostanziato in cui riteneva assolutamente fattibile l’avvio della gestione venatoria della specie Capra Ibex».