Per la Commissione europea i lupi sono diventati un pericolo

Per questo Bruxelles sta pensando a una deroga dello status di specie protetta. Al via un censimento

Articolo – Come scrive Luca Giunti nel suo libro Le conseguenze del ritorno, quasi cento anni fa, in Italia, l’uomo si è impegnato nel processo di sterminio dei lupi. “Li avevamo sterminati. A fucilate, con le tagliole, coi bocconi avvelenati”. Credevamo non facessero più parte del nostro vissuto e invece sono tornati.

Il comunicato della Commissione europea

Della questione si occupa la Commissione europea, che ha diffuso un comunicato in cui annuncia l’avvio di “una nuova fase del suo lavoro volto ad affrontare le sfide legate al ritorno dei lupi sul territorio dell’Unione. Bruxelles ricorda come il lupo sia un animale che, benché assente per decenni dalle regioni europee, oggi ha ripreso a comparire in territori popolati dall’uomo. Una presenza che, stando al comunicato, preoccupa agricoltori e cacciatori e rappresenta un pericolo per bestiami ed esseri umani. Per questo motivo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha inviato le “autorità locali e nazionali ad agire laddove necessario”. Il come agire è spiegato sempre nel comunicato, poche righe più avanti.

La ricetta di Bruxelles

Con la nuova fase di lavoro inaugurata la Commissione si rivolge alle comunità locali, agli scienziati e a tutte le parti interessate, invitandole a presentare, entro il 22 settembre, i dati aggiornati sulla popolazione di lupi e il loro impatto sul territorio. La raccolta dati dovrebbe aiutare la Commissione europea a decidere su una proposta volta a modificare, se necessario, “lo status di protezione del lupo all’interno dell’Ue e ad aggiornare il quadro giuridico, per introdurre, ove necessario, ulteriore flessibilità, alla luce dell’evoluzione di questa specie”.

La raccolta di dati annunciata oggi è il nuovo passo del monitoraggio avviato con la Risoluzione del Parlamento europeo sulla protezione dell’allevamento e dei grandi carnivori in Europa, approvata nel novembre 2022. Pur riconoscendo nel lupo “un elemento integrante del patrimonio naturale europeo” che “svolge un ruolo importante nei suoi ecosistemi”, è probabile dunque che la Commissione voglia intervenire sul regime di protezione della fauna selvatica e degli habitat che, finora, ha permesso una “protezione rigorosa” dei lupi nei territori comunitari.

Tra paure e danni reali

La deroga, si legge, è prevista “anche al fine di tutelare gli interessi socioeconomici”. Un elemento che può avere un forte impatto sulla percezione del fenomeno e la raccolta dei dati richiesta dalla Commissione. Chissà se questa misura verrà seguita dall’irrazionalità suggerita da Luca Giunti nel suo libro. Per lui, quando torna, il lupo “solleva sempre gli stessi problemi: provoca danni e suscita paure. I danni sono concreti e attuali, le paure molto meno. Ma le affrontiamo con pensieri medioevali”.

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