Allevamento distrutto dal maltempo, in fuga trentamila fagiani
Succede a San Michele di Piave, perdita da centinaia di migliaia di euro. Colpiti anche vigneti e zone artigianali, i sindaci del territorio in ricognizione
Articolo di DIEGO BORTOLOTTO e ALESSANDRO VIEZZER
l fagiano del Piave” azienda agricola di San Michele di Piave, dove si allevano fagiani ad uso venatorio, è andata quasi completamente distrutta. La tromba d’aria di giovedì notte ne ha sradicato le reti di contenimento, facendone crollare i pali di sostegno e liberando circa trentamila fagiani, scappati dall’allevamento che è uno dei più grandi della zona del Piave. Il vento ha creato danni, da cui sarà dura risollevarsi, come spiega il titolare Gianluigi Brait: «L’allevamento sorge su un’area recintata di circa cinque ettari, di cui quattro ettari demoliti. Ma il peggio è che circa trentamila fagiani sono scappati: un danno da centinaia di migliaia di euro».
Mareno, Codognè, Susegana
Ancora prematuro quantificare i danni, tra Mareno, Codogné, Santa Lucia e Susegana. Si stanno raccogliendo le segnalazioni che arrivano da cittadini e aziende. La frazione di Santa Maria di Piave è stata quella più colpita. «Due capannoni rurali sono rimasti danneggiati tra via San Michele e via Ungheresca sud e danni importanti si sono avuti in vigneti e terreni agricoli in zona Santa Maria – fa sapere il sindaco Andrea Modolo – Ci sono stati inoltre danni al tetto di un condominio a Bocca di Strada». L’amministrazione comunale solleva inoltre la problematica della messa in sicurezza delle linee telefoniche. «Manca la manutenzione nei pali telefonici, avevamo già segnalato da tempo alla Telecom – spiega il sindaco di Mareno – Alcune delle criticità maggiori si sono verificate per i pali caduti o spezzati». Così via Barca a Santa Maria rimane ancora chiusa al traffico, proprio perché rimangono i pali telefonici pericolanti e i cavi a terra. A Codogné la furia del vento ha colpito a fasce, «soprattutto le zone tra Cimetta, borgo Chiesa, verso Vallonto e in parte Roverbasso – spiega la sindaca Lisa Tommasella – Sono state scoperchiate anche delle pertinenze di abitazioni». Distrutto il frassino di villa Paoletti, censito e tutelato come albero monumentale. «Abbiamo perso il frassino centenario – conferma la sindaca – Dovremo far intervenire la Forestale per capire se potrà essere salvato». La pianta, alta 35 metri, si è spezzata provocando tra l’altro un black out elettrico durato fino a giovedì sera tra via Tiepolo, via Goldoni, via Petrarca, via De Gasperi. A Santa Lucia sono stati danneggiati i cornicioni delle case popolari vicino al municipio. «Nella zona industriale poi vi sono un paio di capannoni che hanno subito dei danni», fa sapere il sindaco Fiorenzo Fantinel. Nell’area verde simbolo di Santa Lucia, il parco Bolda, sono stati sradicati venticinque alberi dalle violente folate. I volontari dell’Associazioni Amici parco Bolda e cittadini l’hanno già ripulito. «Con un progetto di riqualificazione lo faremo tornare bello come prima», promette il sindaco Fantinel. A Susegana un cipresso del viale lungo la Pontebbana vicino al ponte sul Piave è precipitato su un furgone e un’auto. Qualche danno si è avuto alle strutture del Collalto wine festival, che sono state presto sistemate e giovedì sera è iniziata regolarmente la rassegna musicale che continuerà in questo weekend. «Qui per fortuna ci è andata bene», osserva il sindaco di Susegana, Gianni Montesel.
I vigneti
Sono diversi anche i vigneti abbattuti nel territorio. È il caso dell’azienda agricola “Giacomazzi” , dei fratelli Elio, Egidio e Bruno di San Michele, ieri al lavoro per ripristinare un vigneto di prosecco: «Abbiamo ordinato quattromila pali per rimettere in piedi le viti cadute. Se pensiamo che ogni palo sostiene due o tre viti, dovremo ripristinare circa diecimila viti nei nostri campi. Il peggio è che lo faremo a nostre spese, perché l’assicurazione non risarcisce danni procurati dal vento, ma solo dalla grandine». Molti i vigneti abbattuti anche nelle Grave di Papadopoli, Cimadolmo, Santa Maria, Tezze e San Polo. Poi ci si è messa la grandine, imperversata pure a Santa Maria del Piave e nella vicina Santa Lucia. Il vento ha sradicato molti alberi anche nelle aree dei ristoranti, tra cui Le Calandrine, La Botte, Il Grillo e altri tra cui il Gambrinus di San Polo. La furia del vento non ha risparmiato le aree artigianali: diverse le aziende danneggiate nell’area artigianale “Le Prese” di San Michele. Il sindaco di Cimadolmo, Giovanni Ministeri, ha messo a disposizione il proprio numero di telefono (342.5615045) per chi sia rimasto senza energia elettrica e abbia la necessità di mettere in funzione macchinari, rifornendoli di gruppi elettrogeni. Anziani e persone in difficoltà, per taglio alberi e raccolta rami, possono contattare il coordinatore della protezione civile Graziano Dall’Acqua (340.6107542).