Cesene e tordi dalla Polonia: sgominato un traffico di uccelli

I carabinieri dell’antibracconaggio e i forestali denunciano quattro persone. Nel bagagliaio di un’auto trovati 559 esemplari, alcuni morti a causa del viaggio

Articolo di CHRISTIAN SEU

Avevano viaggiato per ore, provenienti dalla Polonia e stipati nel bagagliaio di un’auto. E per alcuni esemplari, tutti con pochi giorni di vita, il viaggio è risultato fatale.

La sezione operativa antibracconaggio del Cites di Roma, i militari del Nucleo Carabinieri Cites di Perugia e del Centro anticrimine natura di Udine (i forestali) hanno denunciato quattro persone, due umbri (padre e figlio di 55 e 26 anni) e due polacchi (un trentenne e un quarantenne), ipotizzando i reati di ricettazione e maltrattamento di animali.

Li hanno fermati al casello di Latisana, dove i quattro si erano dati appuntamento.

I carabinieri sono intervenuti alle prime luci dell’alba di giovedì 8 giugno, dopo aver notato lo scambio di uccelli. Dentro l’auto di uno degli italiani erano stati caricati 559 uccelli di varie specie di turdidi (cesene e tordi bottacci), di cui alcuni già morti, mentre uno dei due polacchi aveva occultato i soldi ricevuti dentro i propri pantaloni.

Tutti gli animali erano stati prelevati illegalmente in natura (allo stato selvatico) in Polonia.

Gli uccelli sequestrati, con pochissimi giorni di vita, dovendo essere alimentati almeno ogni due ore, sono stati trasferiti al Centro di recupero fauna esotica selvatica di Terranova.

I volatili, provenienti da paesi prevalentemente dell’Est Europa, vengono strappati dalle cure parentali appena nati, stipati all’interno di piccole scatole in cartone e trasportati in Italia. Durante il viaggio, lungo spesso parecchie ore, il tasso di mortalità è altissimo.

Gli esemplari arrivano ad alcuni allevatori italiani, che li pagano pochi euro e li dotano di un anello identificativo inamovibile contraffatto che serve per certificarne in maniera illecita la provenienza.

Il giro di denaro dietro il mercato nero di esemplari utilizzati come richiami vivi per la caccia è di centinaia di migliaia di euro: un singolo uccellino può essere pagato anche trecento euro.

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