Contro la peste suina scende in campo l’Esercito a supporto del mondo venatorio
Come indicato dal commissario straordinario Caputo, i militari metteranno a disposizione dei droni per individuare le tane dei cinghiali e aiuteranno i cacciatori nel recupero carcasse
Articolo – Non ci saranno i carri armati nei boschi a sparare ai cinghiali. Una premessa d’obbligo nello spiegare in che modo verrà coinvolto l’Esercito per contrastare la peste suina africana.
Ieri, lunedì 12 giugno, l’Assemblea dei sindaci convocata dal presidente della Provincia Luca Robaldo con il commissario straordinario Vincenzo Caputo in videocollegamento. Due gli obiettivi: l’eradicazione del virus e il depopolamento dei cinghiali, fattibili in tre anni.
In prima linea ci saranno i cacciatori che conoscono bene il territorio e si occuperanno di uccidere i cinghiali. L’esercito farà da supporto al mondo venatorio. In che modo? Lo spiega bene il presidente della Provincia Luca Robaldo: “I militari faranno due cose. Anzitutto metteranno a disposizione dei droni per individuare dove i cinghiali vanno ad annidarsi. Il secondo tema riguarda l’aiuto nel recupero delle carcasse”.
Come emerso nella riunione di ieri, il commissario Caputo sta verificando la fattibilità con il Ministero della Difesa. “Da parte nostra – aggiunge Robaldo – abbiamo deliberato la disponibilità a ospitare i militari che dovessero svolgere questi interventi. Nello specifico è stato individuato il comune di Ceva che già ospita la scuola dei carabinieri forestali”.
Entro fine giugno è prevista una nuova ordinanza nazionale sulla psa che normerà quindi l’intervento dell’Esercito e andrà anche ad aggiornare l’attività all’aria aperta con moduli autorizzativi.
Intanto nel Cuneese sono saliti a 1.350 i cacciatori formati per i piani di controllo della specie cinghiale. Sono 700 i capi abbattuti, di cui 300 soltanto nell’ultimo mese. “Una forte accelerata – sottolinea il delegato provinciale alla psa Silvano Dovetta – resa possibile grazie all’ottima collaborazione con i cacciatori che hanno capito la gravità della situazione, soprattutto per i disastrosi risvolti che potrebbe avere sul comparto suinicolo della Granda. Ricordo che sono volontari, ma figure essenziali nella lotta alla peste suina. Grazie agli Atc e ai Ca che stanno organizzando i corsi e ai cacciatori che vi partecipano in massa. Sei mesi fa la psa sembrava cosa distante. Oggi è vicina e galoppa. È gia stato fatto un lavoro enorme ma non dobbiamo abbassare la guardia”.