Calabria, è allarme peste suina: Occhiuto istituisce 26 “zone rosse” per contenere i contagi
Istituite la “zona infetta” in 26 Comuni della provincia di Reggio Calabria
Articolo_Articolo – Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e commissario della sanità calabrese, ha istituito la “zona infetta” in 26 Comuni della provincia di Reggio Calabria per contenere la diffusione della peste suina dopo il ritrovamento di alcune carcasse di cinghiali risultate “malate”. La “zona infetta”, disposta da Occhiuto con ordinanza, comprende i Comuni di San Procopio, Fiumara, San Roberto, Laganadi, Palmi, Bagnara Calabra, Delianuova, Sinopoli, Santo Stefano in Aspromonte, Sant’Alessio in Aspromonte, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Scilla, Seminara, Melicucco, Cosoleto, Calanna, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Montebello Jonico, Condofuri, Bagaladi, Cardeto, Melito di Porto Salvo, Motta San Giovanni, San Lorenzo e Roghudi.
La “zona infetta e’ disposta – riporta l’ordinanza – “al fine di prevenire l’ulteriore diffusione della malattia, in considerazione dell’accentuata vicinanza tra i vari casi, con conseguente sovrapposizione dei territori”. In questi Comuni vengono stabiliti l’uso della segnaletica in ingresso nei comuni sulla quale indicare la presenza di peste suina africana nei cinghiali, il divieto di alimentazione, avvicinamento e disturbo ai cinghiali, l’obbligo di segnalazione di eventuali carcasse di cinghiali o cinghiali moribondi, il divieto di qualsiasi attivita’ venatoria, di movimentazione al di fuori della zona infetta di suini selvatici se non finalizzata all’abbattimento, il divieto di movimentazione al di fuori della zona infetta di carne, prodotti a base di carne, trofei ed ogni altro prodotto ottenuto da suini selvatici abbattuti in zona infetta e il divieto di utilizzo di fieno e paglia prodotti in zona infetta.
Le associazioni venatorie: “si ribadisce la necessità di un confronto urgente tra Istituzioni Regionali, Commissario Straordinario ed Associazioni di categoria poiché è indispensabile costruire le condizioni migliori per fare rete”
All’indomani dell’Ordinanza n. 1 del 19 maggio 2023 del Commissario Occhiuto, le Associazioni Venatorie regionali riconosciute (FEDERCACCIA, ANLC, ENALCACCIA, ARCICACCIA,
ANUU, ITALCACCIA, EPS), intervengono nuovamente sulla questione PSA rilevando un approccio oltremodo burocratico da parte della Regione. “L’ordinanza- evidenziano le AA. VV.- tende quasi esclusivamente al divieto tout court di attività potenzialmente impattanti, piuttosto che ad una rapida e concreta risoluzione del problema e ciò, evidentemente, con gravi ricadute sul tessuto socio economico del nostro territorio. “Ci saremmo aspettati un documento di gestione della crisi aderente ai canoni dell’ordinanza nazionale (n. 2 del 20 Aprile 2023), emanata dal Commissario Straordinario Caputo che, con lungimiranza, affronta l’emergenza in un’ottica di sinergia con gli stakeholders, data l’enorme mole e complessità degli interventi che dovranno essere realizzati per arginare l’emergenza”, dichiarano all’unisono i rappresentanti delle associazioni venatorie. “Urge rapidità. Gli interventi da mettere in campo richiedono l’impiego di un elevato “capitale umano” ed i cacciatori possono fare la differenza: 1°) nella ricerca delle carcasse, 2°) nell’affiancare le Istituzioni sanitarie preposte alla gestione dell’emergenza, nonché 3°) nelle delicate attività di depopolamento dei cinghiali. Non si comprende la forte discrasia con l’ordinanza nazionale citata e si invita il Commissario ad acta Occhiuto a rivedere la posizione circa il totale divieto all’attività venatoria nei 26 comuni, peraltro in periodo di caccia chiusa, mancando oltre tre mesi all’apertura”, rimarcano.
“Si sottolinea che questa decisione va in direzione opposta ai contenuti dell’ordinanza del Commissario nazionale che, in zona rossa (zona infetta e zona di restrizione parte II) consente le altre forme di caccia non collettiva alle specie diverse dal cinghiale. Si ribadisce la necessità di un confronto urgente tra Istituzioni Regionali, Commissario Straordinario ed Associazioni di categoria poiché è indispensabile costruire le condizioni migliori per “fare rete”, ognuno per la propria parte. Urge altresì la convocazione di un’assemblea dove delineare le azioni concrete da attuare sul campo al fine di scongiurare l’aggravamento dell’emergenza, ribandendo sin d’ora la pronta disponibilità del mondo venatorio a dare il proprio contributo costruttivo in termini di competenza, uomini e mezzi. Si evidenzia che, ciò che più conta in questo momento, è la salvaguardia del comparto economico agro-alimentare e suinicolo, a difesa delle aziende di un territorio già fortemente in crisi. “Chiediamo dunque sinergia ed azioni urgenti e concrete, invitiamo inoltre il Commissario Occhiuto, l’Assessore Gallo ed i suoi dirigenti a guardare con attenzione l’esperienza piemontese e ligure dove, a causa di un primo approccio eccessivamente burocratico, si è perso tempo preziosissimo per arginare il virus con gravi ripercussioni sul territorio, la Calabria può e deve fare tesoro di quelle esperienze per diventare un modello da imitare. Solo con il contributo di tutti gli attori si può vincere questa battaglia”, concludono i rappresentanti regionali.