Nuove regole, al tiro a volo
Nuove regole, al tiro a volo solo col fucile smontato e nel fodero. Inizia ad essere recepito quanto disposto nel Testo unico della pubblica sicurezza “Incomprensibile, un altro attacco alle armi, al tiro a volo e alla caccia”
Articolo – Alle pedane di tiro si accede solo con il fucile smontato e custodito nell’apposita custodia. Il Tiro a volo Roma Nettuno (ex Valle Aniene), uno dei più importanti d’Italia, applica le nuove norme previste nel Testo unico di pubblica sicurezza, come recita il cartello all’inizio con indicate le norme generali di esercizio. Tra cui la documentazione obbligatoria (o, in assenza, essere accompagnati da un istruttore federale) e soprattutto i divieti, disposti ai punti 4 e 5, di raggiungere la pedana di tiro, dalla propria auto, già con l’arma montata.
Nuove regole scattate dopo il caso di cronaca avvenuto a Roma, con l’uomo che ha sparato con la pistola presa nel poligono di tiro. Ma che lascia perplessi coloro che praticano il tiro a volo ed in generale i cacciatori, che temono che queste restrizioni (per ora applicate, sembra, solo nel Lazio) vengano poi estese a tutta l’attività venatoria.
Precauzioni considerate eccessive nel caso del tiro a volo, dove gli incidenti sono stati limitatissimi e comunque legati al malfunzionamento delle armi. Ed anche inutili, visto che una persona malintenzionata potrebbe montare e utilizzare follemente il suo fucile direttamente uscendo di casa, senza recarsi in un campo di tiro o in un poligono.
Incongruenze e preoccupazioni che vengono manifestate da Cesare Loretoni (nella foto) membro della Commissione tecnica nazionale tiro a volo della Libera Caccia: “La sicurezza sul corretto utilizzo delle armi per attività sportiva o venatoria deve darla la licenza ottenuta, che presuppone di avere la fedina penale pulita ed una condotta ineccepibile. Queste restrizioni, applicate ad un campo di tiro all’aperto sono ingiustificate, oltre che inutili. E temo possano poi essere estese anche all’attività venatoria”.
Questa regola vale solo in Italia, non negli altri Paesi europei. Con la conseguenza che, nel caso in cui a Roma ad esempio venisse organizzata una gara internazionale, i tiratori stranieri dovrebbero adottare una nuova procedura. “Cosa non da poco – sottolinea Loretoni – nel caso del tiro a volo, dove, oltre all’abilità, si richiede una grande concentrazione. Pensiamo poi ai disagi per chi usa il semiautomatico, nei percorsi caccia o sporting, che richiede un’operazione più complessa di smontaggio e montaggio, per la particolarità delle parti mobili dell’arma. Tutto deve essere fatto in pedana, poco prima la propria prova. E poi ripeterla per ogni prova successiva”.
“Mi sembra – conclude Loretoni – che questa norma così restrittiva, più che garantire la sicurezza, sia frutto dell’ennesima azione contro il mondo delle armi, del tiro a volo e della caccia”.