Il Gallo Forcello o Fagiano di Monte

(Tetrao tetrix)   Ordine Galliformi  Famiglia Tetraonidi.
Dimensioni Maschio Femmina Lunghezza (cm) 49 – 55 45 – 46 apertura alare (cm) 81 – 92 74 – 76 Peso (g) 1150 – 1450 800 – 950

Articolo – L’ambiente naturale di Deccia con le sue radure circondate da larici è il luogo ideale per osservare questo tetraonide(famiglia di uccelli alla quale appartengono anche il Gallo Cedrone, la Pernice bianca e il Francolino di monte). E’ abbastanza diffuso sull’intero arco alpino dove è rimasto quale “relitto glaciale” trovando un ambiente favorevole e simile a quello delle pianure nord-europee. Presente in numerose aree della Valle Antigorio, in zone comprese nella parte superiore della zona alpina, al limite del bosco e quella inferiore della zona subalpina, dove dominano le associazioni di arbusti nani.  Al limite superiore del bosco gli ambienti più favorevoli sono rappresentati  dai boschi di larice e abete rosso e in misura minore dalle pinete. La presenza nel sottobosco del mirtillo e del rododendro sono determinanti per la presenza della specie.  Il gallo forcello presenta caratteristiche assai diverse nei due sessi (dimorfismo sessuale): il maschio adulto è più grande della femmina, il suo peso si aggira mediamente sui 1.200 g, mentre le femmine raramente superano i 1.000 g. Il maschio presenta un piumaggio nero lucido con riflessi azzurri bluastri sul collo e sul dorso in netto contrasto con il bianco delle ali e del sottocoda. La coda è caratterizzata dall’inconfondibile forma a lira.  Sopra gli occhi sono molto evidenti due spessi rigonfiamenti  rossi (caruncole),visibili soprattutto nel periodo dell’accoppiamento.  La femmina ha un piumaggio neutro di colore grigio-bruno con ombreggiature chiare e scure ; la coda è molto meno sviluppata e appariscente che nel maschio. Per buona parte dell’anno, il fagiano di monte ha abitudini  gregarie e  i maschi si accoppiano con più femmine ( poligamia).  Il ciclo riproduttivo del fagiano di monte inizia con la  primavera quando i maschi si riuniscono per le loro parate nuziali al limite superiore del bosco in territori aperti, liberi e con buona visibilità cosicchè si possono udire all`alba i rugolii e i soffi dei maschi in parata.  Il canto nuziale e le parate si svolgono sul terreno, ma sovente a seconda della zona o dopo il levar del sole, si possono osservare maschi anche in aree elevate.  
I luoghi di parata o arene di canto, sono rioccupate regolarmente nel corso degli anni. Si conoscono arene frequentate da oltre cinquant’anni. Il corteggiamento dei maschi è estremamente elaborato, composto da manifestazioni acustiche (rugolii e fischi) e visive (saltelli, piccoli voli, messa in mostra del piumaggio). Al termine della parata e del confronto tra maschi il predominante prende possesso dell’area; le femmine si portano all’interno del territorio del maschio e con questo si accoppiano.   Alla fine di maggio la femmina  depone dalle 7 alle 10 uova e la cova si protrae per 3 – 4 settimane.  Alla nascita i piccoli sono subito in grado di seguire la madre alla ricerca del nutrimento che in questo periodo è costituito principalmente da insetti con una particolare predilezione per le larve di formica rufa; proprio la presenza dei formicai nel sottobosco sono un ottimo indice per valutare le possibilità di presenza del fagiano di monte . Dopo questo primo periodo i pulcini passano ad una alimentazione completamente vegetale. Il dimorfismo sessuale è gia visibile dopo il quarto mese. Il nutrimento principale della specie è costituito da foglie, fiori e frutti di mirtillo, rododendro e ginepro integrato da formiche, cavallette e lumache.  Gli arbusti (rametti, gemme) rappresentano anche in inverno un`importante fonte alimentare e, quando la neve ricopre il terreno, alla dieta si aggiungono rametti di larice, gemme di sorbo degli uccellatori o ontano verde, aghi di pino cembro, abete rosso e pino mugo. Un abitudine del fagiano di monte durante il periodo invernale ed in presenza di abbondante copertura nevosa, è quella dello scavo di gallerie sotto la neve entro le quali si rifugia, rallentando le funzioni vitali e consentendo un innalzamento della temperatura (dai molti gradi sotto lo zero esterni, ai 3/4 gradi all’interno del rifugio) tale da permettere la sopravvivenza. Situazioni di disturbo improvviso nei pressi del rifugio scavato sotto la neve (attività di sci fuoripista o passaggio di motoslitte) possono risultare letali per l’animale.(Tratto da un file PDF della Provincia di Torino). E’ possibile scaricare anche un documento del Parco Alpe Veglia e Devero con una relazione scientifica su questo tetraonide

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