Parco dell’Alta Murgia: sparano al cinghiale, ma centrano un’auto
Disavventura per un collaboratore dell’Università. I colpi hanno bucato la carrozzeria e mandato in frantumi i vetri di un’utilitaria. «Siamo salvi per miracolo. Quei colpi di fucile avrebbero potuto ferirci gravemente e, addirittura, ucciderci».
Articolo – La tragedia, l’altra domenica, è stata sfiorata forse solo per una questione di pochi centimetri. I colpi esplosi dal fucile di uno o più cacciatori, forse impegnati in una battuta di caccia al cinghiale, hanno bucato la carrozzeria e mandato in frantumi i vetri di un’utilitaria e, solo per un caso fortuito, non hanno centrato anche i due occupanti che, adesso, ancora provati per quanto accaduto, hanno presentato denuncia ai carabinieri.
Siamo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nel bosco di «Acquatetta», situato tra i comuni di Minervino Murge e Spinazzola, nella provincia BAT. Protagonista di questa disavventura fortunatamente a lieto fine è un giovane collaboratore con contratto di lavoro a termine del Dipartimento di scienze del suolo, delle piante e degli alimenti dell’Università degli studi di Bari: lo studioso era impegnato ad effettuare alcuni rilievi sul territorio nell’ambito di un progetto (finanziato con fondi dello stesso Parco dell’Alta Murgia) di cui è responsabile scientifico la prof. Paola Mairota.
«Avevo notato la presenza di alcuni cacciatori armati – racconta il giovane studioso – e li avevo allertati della mia presenza e di quello che stavo facendo in quel luogo. Io ero in compagnia di mio padre e, dopo aver effettuato i rilievi, eravamo intenti ad andare via».
«Saliti in auto, abbiamo sentito il fragore degli spari dei cacciatori farsi sempre più vicino finché uno o più colpi ci ha centrato in pieno». Vetri in frantumi, un buco all’interno dell’abitacolo: è quello che resta della battuta di caccia andata male. «Siamo usciti dall’auto gridando ma i cacciatori si sono dileguati a bordo di due autovetture. «Sento ancora il sibilo dei colpi nelle mie orecchie. È assurdo quanto è accaduto».
Il giovane collaboratore dell’Università di Bari ha denunciato l’episodio chiedendo ai carabinieri di rintracciare i responsabili : «Eppure eravamo ben visibili e, nonostante le nostre raccomandazioni, quei cacciatori hanno continuato a sparare imperterriti».
Quanto accaduto nel Parco dell’Alta Murgia è molto simile ad un’altra tragedia sfiorata, l’altro giorno, in località «Calese» nelle campagne di Carpino nel Foggiano, ad un allevatore 26enne che è stato ferito ad un fianco con un colpo di fucile, probabilmente per errore, durante una battuta di caccia. Il giovane è stato immediatamente soccorso e trasportato all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.
«L’episodio all’interno Parco dell’Alta Murgia avrebbe potuto avere un esito decisamente più drammatico – commenta il presidente del Pnam, Francesco Tarantini -. È da condannare chi pratica l’attività venatoria in questo modo senza il rispetto delle buone pratiche per la caccia in sicurezza. Ho già allertato i nostri carabinieri forestali per aumentare i controlli nella zona del Parco».