Sentenza storica per un cacciatore cosentino e per il porto d’armi
By Francesco Mannarino – Il si del Tar al rinnovo del porto d’armi per uso caccia. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria – Sezione Prima – annulla il diniego volto al rinnovo di porto di fucile uso caccia, della Questura di Cosenza, ritenendo la procedura illegittima.
“Dunque, accolte le tesi difensive del cacciatore brutio, assistito dall’avv. Enrico Morcavallo. I Giudici amministrativi, hanno ritenuto insussistenti i presupposti, in fatto ed in diritto, incardinati e posti alla base del provvedimento Questorile, evidenziando il difetto di motivazione del provvedimento di diniego”, si legge in una nota.
Infatti, la Questura di Cosenza, per come si legge nelle motivazioni della sentenza, avrebbe indicato come motivo di diniego, un solo e unico episodio delittuoso, risalente al 2016, peraltro, posto in essere dal figlio del richiedente.
In particolare, i Giudici del capoluogo calabrese, si sono soffermati sulla fondatezza e sull’ammissibilità del ricorso presentato contro la Questura, nella Sentenza, infatti, viene statuito il principio secondo cui, è necessario dare adeguata motivazione della prova di non possedere, al momento del rinnovo, i requisiti giuridici e morali, tali da giustificare la legittimità del diniego del porto d’armi. Nel caso di specie, per come si può leggere nel corpo della sentenza, la Questura non ha fornito alcuna prova in tal senso.
Per tali motivazioni, il Tribunale Amministrativo Regionale, accoglie il ricorso e per l’effetto, annulla il provvedimento della Questura, ordinando alla stessa di darne esecuzione.
Soddisfatto il legale del ricorrente F.B., avv. Enrico Morcavallo: “Una decisione innovativa che fissa nuovi criteri sui diritti dei cacciatori”.