Paura in Valsusa: uomo con il cane aggredito da un branco di lupi

Fortunatamente era un cacciatore che rientrava a casa dalla montagna

LA PERICOLOSITÀ DEI LUPI VERSO L’UOMO È SEMPRE PIÙ PRESENTE IN VALSUSA

Articolo – È successo sulla montagna della Valsusa, poteva essere un dramma con conseguenze estreme se l’uomo che si è trovato aggredito da un branco di lupi non fosse stato un cacciatore di rientro a casa, ma un gitante o un cercatore di funghi. Fortunatamente il protagonista di questa dissavventura è riuscito con due fucilate, sparate in aria, a salvarsi. Il racconto è davvero inquietante e pone interrogativi sempre più stringenti sulla sicurezza delle persone adesso che branchi di lupi girano indisturbati e senza controllo dall’alta alla bassa Valsusa come testimoniano sempre più persone e attacchi a greggi di animali. Spiegano sulla vicenda dalla pagina FB il Nuovo Cacciatore Piemontese. “Quello che vi raccontiamo è avvenuto domenica scorsa, alle 17,30, in zona Moncenisio nel Comprensorio Alpino Bassa Val Susa e Val Sangone. L’episodio, confermatoci dallo stesso Presidente del Comprensorio Alpino, e già stato segnalato al Corpo Forestale dello Stato. Un cacciatore stava rientrando all’auto dopo una cacciata alla beccaccia con il suo cane. 

DUE FUCILIATE PER CERCARE LA SALVEZZA

“L’uomo aveva già riposto il fucile scarico nel fodero e legato al guinzaglio il suo cane, un setter inglese. Era ormai quasi buio, ma la scarsa luce è stata sufficiente all’uomo per capire d’essere stato circondato da un piccolo branco di lupi, quattro in tutto di cui due gli hanno sbarrato il passo e altri due l’hanno incalzato da dietro. Il cane, che da un po’ manifestava segni d’irrequietezza, ha cominciato a uggiolare, tirando come un forsennato per liberarsi e scappare. Il cacciatore, per sua stessa ammissione terrorizzato, ha comunque avuto la freddezza di ragionare ben sapendo che la fuga era l’unica cosa che sarebbe potuto costare cara al suo ausiliare, obiettivo dell’incursione di quelle fiere”.

I lupi volevano certo predare il cane, ed infatti il più grosso e ardimentoso del branco, probabilmente il maschio, ringhiava profondamente, denti scoperti e pelo ritto sulla schiena. L’amico è comunque riuscito ad estrarre il suo fucile dal fodero e caricarlo con qualche difficoltà tanto da perdere una cartuccia, ma poi ha esploso una fucilata nel buio convinto di allontanare in quel modo i grandi predatori carnivori. Una fucilata però non è stata abbastanza, ed a confermarlo al cacciatore è stato udire il ringhio sempre più serrato e spaventoso, tanto che ne è stata esplosa una seconda. Solo a quel punto i lupi si sono allontanati dandogli modo di rientrare all’auto”.

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