Proteste anti caccia, il 21 dicembre la sentenza
Attivisti devono rispondere di ingiuria e violenza privata
Si avvia verso le conclusioni il processo sulle proteste anti caccia. Dalle testimonianze di oggi emerge sempre più come il punto sia quello della attività venatoria vicino alle abitazioni e dei pallini che talvolta arrivano sui terrazzi o dentro i giardini. Ma veniamo ai fatti, che risalgono a fine dell’ottobre del 2019, quando nella zona delle Capanne, poco distante dal confine con l’Italia, una protesta aveva contrapposto alcuni residenti – affiancati in un episodio da attivisti animalisti italiani – ed i cacciatori impegnati in attività venatoria in quella zona. Il VIDEO
Attraverso #SanMarinoControLaCaccia da Fiorentino una degli imputati, Francesca Verducci, aveva lanciato una campagna che spinse alcuni attivisti del movimento italiano MAC a salire sul Titano a darle sostegno. Padelle e coperchi per fare rumore e dissuasori acustici per allontanare la selvaggina: la protesta proseguì per giorni e culminò domenica 27 ottobre, giorno in cui intervennero anche Guardia di Rocca e Guardia Ecologica, quest’ultima su sollecitazione degli attivisti, per via di un collare di un cane apparentemente elettrificato e successivamente ritenuto inoffensivo.
Il vero nodo del processo è emerso fin dalla prima udienza: il rispetto della normativa vigente da parte dei cacciatori contro l’esigenza di sicurezza di chi risiede in quella zona e che si è trovato “pallini” dei fucili sui terrazzi o nei giardini. Ma gli imputati devono rispondere di violenza privata ed ingiurie e su questo sono stati sentiti i testimoni di oggi, tra i quali giornalista e operatore di San Marino RTV che si occuparono di documentare la protesta ed i cacciatori che si sono costituiti parte civile.
Il Presidente di Federcaccia Pier Marino Canti ha ribadito il suo ruolo di mediatore, spiegando di essere stato bersaglio di insulti in particolare da parte degli attivisti italiani. Un altro cacciatore invece ha raccontato di avere ricevuto calci negli stinchi e spintoni. Le domande della Parte Civile e della Procura Fiscale erano appunto finalizzate a comprendere se, nella concitazione generale – ci siano state effettivamente ingiurie e violenza per impedire l’attività venatoria. Si prosegue il 21 dicembre, giorno in cui saranno ascoltati anche gli attivisti italiani imputati. Probabile, in quello stesso giorno, la sentenza.