Beccaccia minacciata? I puntini sulle ‘i’ dei beccacciai
L’Associazione svizzera risponde alle dichiarazioni di BirdLife: informazioni ‘errate e tendenziose’
di Red.Web
‘Errate e tendenziose’. L’Associazione svizzera dei beccacciai (Asb) non ci sta, e risponde a BirdLife sulle sue considerazioni in merito alla caccia alla beccaccia in Svizzera, precisando che la loro è una caccia “etica e sostenibile” e che dunque “una moratoria sulla caccia non avrebbe alcun impatto sulla specie”.
Nella loro presa di posizione, i cacciatori, e in particolare i cacciatori di beccacce, deplorano l’accanimento di alcuni ambienti contro una caccia etica e sostenibile alla beccaccia. E, fanno notare, “i vari studi condotti dall’Ufam – Ufficio federale dell’ambiente – e dal Centro di competenza per la biologia della fauna selvatica (Wildtier Svizzera), pubblicato di recente, hanno dimostrato che l’impatto della caccia sulla beccaccia autoctona è marginale”.
In concreto, l’Asb “si rammarica delle recenti richieste di moratoria sulla caccia alla beccaccia, nonostante diversi studi hanno giustamente dimostrato che questa attività, come praticata nei nostri cantoni, non ha avuto praticamente alcun impatto sulle cosiddette beccacce autoctone. Queste recenti dichiarazioni sono un attacco a una comunità che pratica una forma di caccia particolarmente etica e sostenibile. È vero che la caccia alla beccaccia non deriva da una necessità di regolazione, ma rimane possibile, e la sua pratica favorisce un monitoraggio molto preciso della specie. I cacciatori di beccacce sono organizzati in una rete internazionale partendo dalla Russia, attraverso la Scandinavia e al resto d’Europa. Essi contribuiscono alla conoscenza di questo volatile particolarmente misterioso. Interruzione della caccia alla beccaccia significa privarsi di una fonte di conoscenza inestimabile”.
“La questione della tutela della beccaccia ha senso solo se viene affrontata globalmente in tutto il Paleartico occidentale, che rappresenta la sua area di migrazione. L’Asb ricorda che secondo la Lista Rossa Europea degli Uccelli, la specie è classificata come Lc (Least Concerned) o di minore preoccupazione. È effettivamente classificata Vu (Vulnerabile) nella lista svizzera, che tiene però conto solo degli uccelli nidificanti sul territorio”.
E, ancora: “Le cifre presentate da Birdlife, secondo cui dal 14,3 al 32,7% delle beccacce prelevate sono nidificanti svizzere non sono convalidate da ambienti scientifici e sono puramente speculative. Il progetto nazionale beccacce realizzato dall’Ufam, che fa seguito a sette anni di lavoro, sottolinea che questa interpretazione delle cifre è ‘contraddittoria e tendenziosa’. Lo stesso rapporto rivela anche che ‘su 100 beccacce autoctone identificate durante lo studio, 14 sono state prelevate con la caccia, di cui solo due sono state catturate sul territorio svizzero (2%), rispetto alle cinque della vicina Franche-Comté, 2 nel resto della Francia, 4 in Spagna e 1 in Portogallo’. Il divieto di caccia alla beccaccia in Svizzera non ha alcun impatto sugli uccelli nidificanti nel nostro territorio. Inoltre, il numero di beccacce cacciate in Svizzera è marginale rispetto a quello dei Paesi vicini. L’Asb non nega che la questione della beccaccia in riproduzione può essere motivo di preoccupazione, l’associazione auspica che vengano messe in atto misure concordate e soprattutto adeguate”.
In conclusione, “la caccia alla beccaccia, così come viene praticata nel nostro Paese, è innanzitutto una questione di appassionati. È una forma di caccia sostenibile e negli ultimi anni sono stati apportati molti miglioramenti per garantire questa sostenibilità. La caccia alla beccaccia viene praticata con cani da ferma ben addestrati e la maggior parte dei cacciatori di beccacce si preoccupa soprattutto del lavoro dei propri cani, prima di pensare al tiro. Quest’ultimo solo occasionalmente corona una buona ferma, seguita da un bel frullo. Il motto di tutti i beccacciai si può riassumere in ‘Cacciare molto, sparare poco’”.